Domenica 29 settembre – 26ª domenica Tempo Ordinario – Anno B
Domenica 29 settembre - 26ª domenica Tempo Ordinario - Anno B IL PROGETTO DI DIO È PIÙ GRANDE DI QUELLO CHE PENSIAMONm 11,25-29; Salmo 18; Gc 5,1-6; Mc 9,38-43.45.47-48
All’inizio del Vangelo di domenica 29 settembre incontriamo un discepolo di Gesù dal nome Giovanni. Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, furono chiamati da Gesù “boanerges”, cioè “figli del tuono”, probabilmente per il loro carattere impetuoso. Giovanni, a nome del gruppo dei Dodici, si sfoga con Gesù riguardo a un problema serio: una persona sconosciuta, un estraneo al gruppo, senza aver ricevuto nessun incarico stava facendo miracoli come fosse uno di loro. Lo avevano visto – dice Giovanni un po’ infastidito – scacciare demoni nel nome di Gesù di Nazaret. Per questo, sempre secondo Giovanni, bisognava bloccare l’attività di questo tale che si era improvvisato esorcista autodidatta.
Ma il Maestro la pensa in modo diverso e risponde: «Chi non è contro di noi è per noi». Il progetto di Dio è molto più grande di quello che pensiamo. Gesù vuole che i suoi discepoli, e anche la sua Chiesa del futuro, siano persone dalla mentalità aperta. Può succedere a tutti di chiuderci senza renderci conto. Siamo soddisfatti del nostro gruppetto e pensiamo di avere la verità in tasca. Tutti abbiamo bisogno di convertirci e lavorare con stile sinodale. Di essere disponibili ad andare oltre i nostri pregiudizi, le nostre visioni e le nostre opinioni. Non basta guardarci in faccia e ascoltarci, occorre anche crescere nella fede e perseverare nella comunione, avere amore per gli altri e per la Chiesa.
Nella seconda parte del Vangelo si parla di “scandalizzare”. Chi non dobbiamo scandalizzare? Gesù si riferisce ai “piccoli che credono in me”. Nelle prime comunità i piccoli erano quelli più umili, persone poco istruite e dalla fede semplice. Le parole dure di Cristo ci invitano a prevenire, combattere, estirpare il male fin dalla radice. Le immagini utilizzate sono paradossali e devono perciò essere comprese nel loro contesto. Cristo vuole metterci in guardia e non permette cedimenti, esige contromisure radicali, insiste sulla necessità di “tagliare” con decisione ciò che danneggia i fratelli più deboli.
Ci sono anche altri testi biblici in sintonia con l’insegnamento di Gesù. Per esempio, San Paolo afferma: «Tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù». E qualcosa di simile dice anche la Lettera agli Ebrei: «Non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato» (Eb 12,4). Comportiamoci dunque come figli della luce e non delle tenebre.