Domenica 30 giugno – 13esima domenica Tempo Ordinario – anno C
Domenica 30 giugno - 13esima domenica Tempo Ordinario - anno C La vocazione per la missione. Per vivere in pienezza.1Re 19,16.19-21; Salmo 15; Gal 5,1.13-18; Lc 9,51-62
Volendo scegliere un titolo che sintetizzi i contenuti dei brani biblici della Messa di oggi penso si debba scegliere “la vocazione per la missione”, di cui tutti e tre parlano, seppure in maniere diverse e complementari.
Il libro dei Re narra la chiamata di Eliseo al servizio profetico, da parte di Elia, per indicazione di Dio. Una vocazione manifestata con il gesto simbolico del mantello che gli viene gettato addosso. Il chiamato dà la sua risposta con un duplice gesto: va a baciare i genitori e poi dà da mangiare al popolo. A indicare che il seguire la chiamata di Dio, anche se separa dalla propria famiglia e dalla propria gente, non è rottura né con la famiglia, né con la propria gente; il dedicarsi a Dio e alla sua chiamata conserva l’amore familiare e la solidarietà sociale. La conclusione del brano sottolinea poi che la chiamata è per il servizio a Dio attraverso il servizio al suo profeta.
La chiamata è il tema anche del brano di Luca, che narra l’inizio del viaggio missionario di Gesù. Sapendo che “stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in altro”, cioè conoscendo la sua vocazione che lo conduceva al sacrificio della croce, Gesù “prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme”. Risponde così il suo sì alla chiamata del Padre e si incammina verso la meta, donando la vocazione/chiamata agli uomini che incontra.
I samaritani rispondono con un rifiuto, ma Gesù, a differenza degli apostoli che vorrebbero per loro una punizione, rispetta la loro scelta. Chiama altre persone, spiegando loro che la risposta alla sua chiamata esige sacrificio e rinuncie; deve essere finalizzata ad annunciare il regno di Dio e deve poi essere decisa e definitiva. In altre parole, la risposta alla vocazione che Dio presenta a ognuno deve somigliare a quella di Gesù: è finalizzata ad “annunciare il regno di Dio”, va fatta con libera scelta, ma con “ferma decisione”, resistendo alla tentazione di “volgersi indietro”, nella consapevolezza che seguendo la vocazione ci si mette al servizio del progetto di Dio, che comporta sacrifici (“le volpi hanno le loro tane…”). Ma solo questa è la strada per giungere a Gerusalemme, cioè alla realizzazione della salvezza.
A completamento di questi insegnamenti, ecco il brano della lettera ai Galati: la chiamata di Dio ci libera dal “giogo della schiavitù”; è “chiamata alla libertà”, che si realizza nella misura in cui i chiamati sanno lasciarsi “guidare dallo Spirito” per “camminare secondo lo Spirito”.
La Messa di oggi, alla luce della Parola di Dio, diventa per tutti i cristiani un appello per meditare sulla propria vocazione – sacerdotale, coniugale, religiosa, missionaria… – e per rinnovare la propria scelta di vivere in pienezza secondo la vocazione ricevuta.