Domenica 30 settembre – 26esima domenica Tempo Ordinario – Anno B

Domenica 30 settembre - 26esima domenica Tempo Ordinario - Anno B Chi fa il bene è di certo dalla parte di GesùNm 11,25-29; Sal 18; Gc 5,1-6; Mc 9,38-43.45.47-48

La prima lettura dal libro dei Numeri ci racconta un episodio che appare strano e che è proprio delle religioni ancestrali. Ci presenta un gruppo di anziani, al quale viene donato lo spirito di Mosè, perché questi lo possano aiutare a rispondere ai vari problemi di giustizia che sorgono all’interno del popolo ancora peregrinante nel deserto. La tenda era il luogo dove questi uomini si mettevano per profetizzare e occuparsi del popolo. Ma due di loro, Eldad e Medad, rimasero nell’accampamento a profetizzare, non seguendo la tradizione, e diventando così simbolo di tutte quelle forme di dono carismatico che nascono e si originano fuori dai contesti istituzionali. Questa lettura, allora, ci ricorda che lo Spirito Santo è dono di Dio, che non si lascia imprigionare dai nostri schemi e dalle nostre istituzioni.

La seconda lettura, estrapolata dalla lettera di san Giacomo apostolo, ci presenta un discorso che appare ai nostri orecchi duro e ostile, e che ci parla di ricchi e ricchezza. Giacomo ci aiuta a riflettere su cosa origina la malvagità: l’essere ricchi o la ricchezza? Che cos’è la ricchezza? È un male? L’apostolo Giacomo parla ai ricchi e li mette in guardia sull’origine della loro ricchezza, perché è questo che la rende non buona per l’uomo. Quando la ricchezza proviene dall’accumulo ingiusto di beni, dalla rapina, dalle uccisioni o dall’egoismo, è in questi casi che rappresenta una condanna per l’uomo.

Il Vangelo ci narra una piccola storia, come quella che abbiamo incontrato nella prima lettura, dove lo Spirito si posa su uomini estranei al gruppo “degli anziani”. Giovanni si preoccupa quando si accorge che c’è un uomo che fa miracoli ed esorcismi in nome di Gesù, il profeta di Nazareth, ma che non è del gruppo dei discepoli. Così prima cerca di zittire e impedire a questo uomo di operare, e in seguito va ad annunciare a Gesù la questione. Gesù gli chiede di non impedirlo. Il bene e il poter fare il bene non è un’esclusiva. Chi fa il bene, in nessun caso può essere contro Gesù, perché Lui è il bene per tutti gli uomini.

Il testo ci invita a credere che ogni uomo ha ricevuto i doni di Dio e per questo è capace di fare il bene. La prassi cristiana non va difesa come se fosse un’esclusiva, ma portata anche a chi non conosce il Dio di Gesù. Dove si dona la vita per gli altri, dove si aprono le porte agli affamati e agli assetati, lì si lavora al fianco di Gesù e non contro di Lui. La comunità cristiana non deve presentarsi come “il ghetto” dei salvati o redenti, che seguono pratiche puritane e legaliste, ma ha bisogno aprirsi perché la promessa di bene che Gesù ha portato è per tutti gli uomini.