Come insegnare ai giovani il piacere della lettura

Come insegnare ai giovani il piacere della lettura Sfogliando l’ultimo numero della rivista dell’Università Cattolica, “Vita e pensiero”, ci si imbatte in un interessante articolo sui benefici della lettura profonda per i bambini e su come gli schermi stanno cambiando le funzioni del cervello dei più piccoli

«Immersi e salvati dalla lettura ». Sfogliando l’ultimo numero della rivista dell’Università Cattolica, “Vita e pensiero”, ci si imbatte in un interessante articolo sui benefici della lettura profonda per i bambini e su come gli schermi stanno cambiando le funzioni del cervello dei più piccoli.

Più che di un articolo, si tratta di un dialogo, che vede protagonisti due esperti fra i più autorevoli in tema di libri e lettura: Maryanne Wolf, neuroscienziata di fama internazionale e autrice del fortunato “Lettore, vieni a casa”, e Joel Dicker, autore di bestseller mondiali quali “La verità sul caso Harry Quebert” e “Il caso Alaska Sanders”, il romanzo più venduto in Italia nel 2022.

Aprendo la conversazione – che si è tenuta in presenza a Milano nel maggio scorso – la Wolf accomuna la lettura alla vita spirituale: entrambe servono per «andare oltre».

Oltre noi stessi, verso l’altro, i suoi pensieri e sentimenti, finendo così col tornare in noi stessi cambiati. «Stiamo perdendo la connessione con noi stessi», le fa eco Dicker. «Il motivo per cui un buon libro è molto più potente di un buon film o di una buona serie tv è perché il divertimento lo creiamo noi. È il grande potere della letteratura: potete creare». Il mezzo cambia il modo in cui pensiamo.

Insiste Maryanne Wolf: «Ogni parola è come un iceberg, densa di significati e associazioni ». Una cosa ben diversa dalle immagini che scorrono a ritmo accelerato e continuo.

Per questo, rivela la scienziata, ogni mattina, prima di mettersi a lavorare al computer, dedica venti minuti alla lettura di qualcosa che richieda tutta la sua attenzione e rallenti i suoi pensieri.

«E per le persone che non leggono? Che cosa possiamo fare? – prosegue lo scrittore -. Sono convinto che tutti amino leggere, ma che non tutti ne siano ancora consapevoli».

Da qui il suo consiglio: portare sempre con sé un libro: nello zaino, nella borsa, in tasca. Un libro che si possa leggere sull’autobus, nella sala d’aspetto del medico, in pausa pranzo, al bar mentre si attende un amico. Anche pochi minuti alla volta, trasformando piccoli momenti di noia in occasioni per leggere. «E fatelo con i vostri bambini, con i vostri nipoti», suggerisce Dicker.

«Non è un processo della durata di anni, non c’è bisogno di minacciare le persone e obbligarle a leggere. È molto facile. Devono solo entrare in connessione con la lettura». Provare per credere.