I nostri ragazzi e Internet. Si comincia sempre prima
I nostri ragazzi e Internet. Si comincia sempre prima Irrequieti, esploratori, performativi, ripiegati. Sono i quattro profili che identificano i nostri ragazzi nelle loro esperienze online secondo una ricerca presentata il 15 febbraio scorso all’università Cattolica di Milano
Irrequieti, esploratori, performativi, ripiegati. Sono i quattro profili che identificano i nostri ragazzi nelle loro esperienze online secondo una ricerca presentata il 15 febbraio scorso all’università Cattolica di Milano. Una fotografia sui comportamenti online dei minori fra gli 8 e i 16 anni scattata dal ministero delle Imprese e del Made in Italy con la collaborazione scientifica dell’Alta scuola in media, comunicazione e spettacolo (Almed) dell’Ateneo del Sacro Cuore.
Il primo numero che colpisce è l’entità del tempo trascorso sui social e sulle piattaforme streaming: da una a tre ore al giorno, che però salgono a oltre quattro per il 20 per cento degli intervistati, un campione composto da circa 1700 giovanissimi, rappresentativi per genere, età, zona e ampiezza del comune di residenza.
Dicono i dati che il 94 per cento di essi utilizza lo smartphone. Tra questi, il 68 per cento ne possiede uno personale e il 28 per cento l’ha ricevuto prima dei 10 anni. Sette ragazzi su dieci (il 50 per cento di coloro che hanno tra gli 8 e i 10 anni) usano regolarmente i social e diverse piattaforme. L’utenza aumenta poi col crescere dell’età. Per i ragazzi, Instagram serve a curiosare e interagire, Tik Tok a lasciarsi andare al flusso, Facebook a leggere i commenti più che a guardare le notizie.
Lo studio conferma anche i rischi a cui i giovanissimi sono esposti: quattro intervistati su 10 raccontano esperienze negative vissute online e la maggioranza rivela di aver visto sui social contenuti inadatti almeno una volta di recente. I più esposti sono coloro che tendono a condividere contenuti e informazioni personali.
Per tornare ai profili accennati in apertura, i ricercatori li spiegano così.
Gli irrequieti (31 per cento del campione) «presentano un tono emotivo negativo e velato di tristezza; online cercano stimoli forti ed emotivamente coinvolgenti ».
Gli esploratori (25 per cento del campione) sono più piccoli rispetto agli altri e in genere vanno online mossi dalla voglia di divertirsi e di apprendere, tenendosi alla larga da eventuali problematiche.
I performativi (24 per cento del campione) sono soprattutto maschi, provenienti da famiglie istruite e benestanti che li seguono anche online.
Infine, i ripiegati (20 per cento del campione). Si descrivono «arrabbiati, impauriti e insoddisfatti di sé» e tendenti «a rifugiarsi online ».
Più di un terzo dei ragazzi rivela di essere controllato: la metà dei bambini tra gli 8 e i 10 anni, ma solo il 20 per cento dei 14-15enni.
Circa otto genitori su 10, dal canto loro, dicono di utilizzare i limitatori offerti da piattaforme e dispositivi.