Il segreto della comunicazione è parlare con il cuore
Il segreto della comunicazione è parlare con il cuore Il 2023 sarà un anno particolare per la Chiesa universale
Il 2023 sarà un anno particolare per la Chiesa universale.
Agli inizi di agosto si terrà la Giornata mondiale della gioventù, a Lisbona, a quattro anni di distanza da quella di Panama: un intervallo inedito, reso più lungo dalla pandemia.
Inoltre, nel mese di ottobre 2023, si terrà in Vaticano il Sinodo dei vescovi sul tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione”, a cui tutte le Chiese del mondo si stanno preparando da tempo.
Si tratta di orizzonti da tenere presenti guardando al tema che papa Francesco ha scelto per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, in calendario per il 21 maggio 2023, ossia: “Parlare col cuore: Veritatem facientes in caritate ( Ef 4,15)”.
Nel 2021 il verbo principale era “vedere”, nel 2022 “ascoltare”. Ora è tempo di “parlare”.
La citazione latina è di facile traduzione; si tratta dell’invito di San Paolo a fare tutto secondo verità e per amore.
Il comunicato diffuso dalla sala stampa vaticana lo commenta così, pensando proprio ai comunicatori: «Non dobbiamo temere di affermare la verità, a volte scomoda, che trova il suo fondamento nel Vangelo ma non dobbiamo disgiungere questo annuncio da uno stile di misericordia, di sincera partecipazione alle gioie e alle sofferenze dell’uomo del nostro tempo, come ci insegna in modo sublime la pagina evangelica che narra il dialogo tra il misterioso Viandante e i discepoli di Emmaus ».
Dove sta il legame con il Cammino sinodale?
Trattandosi di un’esperienza di ascolto e di dialogo, l’invito a “parlare col cuore” cade a pennello. Anche nella Chiesa, infatti, può sorgere la tentazione del brontolio, della critica distruttiva, dell’ironia usata per ferire.
E l’incontro mondiale dei giovani cosa c’entra?
Sarà il primo grande raduno dopo la pandemia, l’occasione per riprendere un percorso che ha messo in contatto le nuove generazioni tra loro e con la Chiesa. Anche qui, dunque, bisognerà “parlare col cuore”.
Da parte degli adulti, per dire le ragioni della loro vita e della loro fede. Da parte dei giovani, per tirare fuori i loro sogni, i dubbi, le delusioni, le paure, il desiderio che li trascina.
Nell’educazione, nascondersi è il modo più sicuro per sprecare l’occasione dell’incontro.
Ciò che chiede il Papa – a tutti, e in particolare a chi comunica per mestiere – è di utilizzare “il dono della comunicazione come un ponte e non come un muro”, puntando inoltre a favorire il “disarmo integrale”, che comprende quello del pensiero e del linguaggio.
Ne uccide più la lingua…