La pace si costruisce anche con il computer

La pace si costruisce anche con il computer “Intelligenze artificiali e Pace” è il tema scelto da papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace del 1° gennaio 2024

“Intelligenze artificiali e Pace” è il tema scelto da papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace del 1° gennaio 2024.

Un tema forse un po’ insolito per questo appuntamento ma che non meraviglia più di tanto.

È noto, infatti, l’impegno della Santa Sede nel campo dell’etica applicata alle nuove tecnologie, tanto da promuovere tre anni fa – mediante la Pontificia Accademia per la Vita – la “Call for an AI ethics”, un documento volto a diffondere tra organizzazioni, governi e istituzioni un senso di responsabilità condivisa per un’innovazione digitale al servizio della creatività umana e non a discapito della sua dignità.

I notevoli progressi compiuti nel campo delle intelligenze artificiali – si legge nel comunicato stampa diffuso dalla Sala stampa vaticana all’inizio di agosto – «hanno un impatto sempre più profondo sull’attività umana, sulla vita personale e sociale, sulla politica e l’economia». E sulla guerra, in cui si fa largo uso di dispositivi tecnologicamente all’avanguardia.

Per questo, papa Francesco sollecita un dialogo aperto sull’uso di questi nuovi mezzi, dotati di potenzialità dirompenti e di effetti ambivalenti.

«Soprattutto – prosegue il comunicato – egli richiama la necessità di vigilare e di operare affinché non attecchisca una logica di violenza e di discriminazione nel produrre e nell’usare tali dispositivi, a spese dei più fragili e degli esclusi».

Fra i più coinvolti, vi sono i settori del diritto e dell’educazione, della salvaguardia dell’ambiente e della pace nel mondo. Senza dimenticare quello dell’informazione.

Ricorderete le immagini dello stesso papa Francesco manipolate grazie all’Intelligenza artificiale. Un’esibizione ironica e innocua, probabilmente, ma anche specchio di grandi potenzialità che possono distorcere, ingannare, influenzare.

In proposito, è toccato alla rivista Wired, fra le più autorevoli del settore, mettere in guardia dal possibile “Effetto Mandela” provocato da foto e video generati dall’Ia. Si tratta di un fenomeno in cui un vasto gruppo di persone ricorda collettivamente un evento o un fatto in modo diverso da come è realmente accaduto.

Il nome è legato a una ricerca in cui emerse che un numero significativo di persone ricordava che Nelson Mandela fosse morto in prigione negli anni ‘80, quando in realtà fu rilasciato nel 1990 ed è morto nel 2013.

Il cervello umano è altamente suscettibile ai segnali visivi e può essere facilmente ingannato da immagini realistiche. Anche questa può diventare una minaccia per la convivenza e la pace.