L’intelligenza artificiale vera protagonista del nuovo anno

L'intelligenza artificiale vera protagonista del nuovo anno Per la Giornata mondiale della pace del 2024, celebrata lo scorso 1° gennaio, papa Francesco ha proposto di riflettere sul ruolo dell’Intelligenza Artificiale (AI) nella costruzione di un mondo più equo e umano. Un tema piuttosto inconsueto per la Giornata che apre il nuovo anno, ma quanto mai di attualità

Per la Giornata mondiale della pace del 2024, celebrata lo scorso 1° gennaio, papa Francesco ha proposto di riflettere sul ruolo dell’Intelligenza Artificiale (AI) nella costruzione di un mondo più equo e umano. Un tema piuttosto inconsueto per la Giornata che apre il nuovo anno, ma quanto mai di attualità.

È di pochi giorni fa, infatti, un rapporto preliminare dell’Onu che chiede norme internazionali condivise e un organismo planetario di ricerca per analizzare in modo scientifico rischi e opportunità dell’AI.

Il documento è stato redatto da 38 esperti mondiali, fra cui anche padre Paolo Benanti, il francescano italiano che fra i primi ha invocato la necessità di un’etica applicata agli algoritmi.

Si tratta di un tema non meno urgente e rilevante del cambiamento climatico. E, come in questo campo, dalle difficili prospettive di accordo globale, visti gli interessi e le divisioni fra i giganti tecnologici ancor più che fra quelli politici.

Ciò che più inquieta è la velocità con cui si sviluppano i sistemi digitali, tale da rendere in fretta obsoleti i paradigmi e gli orientamenti che guidano i tentativi di regolamentazione.

Che si muovano le Nazioni Unite fa ben sperare, ma non è certo sufficiente senza il coinvolgimento fattivo dei governi, degli organismi sovranazionali, del mondo scientifico e della stessa industria tecnologica, che detiene nelle proprie mani un potere sempre più massiccio e incontrollato.

Per quanto riguarda l’Europa, la sua parte ha iniziato a farla. È del 9 dicembre scorso, infatti l’AI Act che ha visto convergere Parlamento, Commissione e Consiglio europeo sulla necessità di legare le regole ai livelli di rischio.

Dalle (poche) indagini a disposizione, sembra infatti che nell’opinione pubblica non vi sia adeguata consapevolezza della posta in gioco. Anche i giovani appaiono poco preparati a valutare gli sbocchi di una tecnologia dotata di enormi quantità di dati a disposizione e sempre più presente in settori strategici come quello finanziario, informativo e della mobilità.

Tutti aspetti molto delicati che non sfuggono a papa Francesco, la cui preghiera all’inizio del nuovo anno «è che il rapido sviluppo di forme di intelligenza artificiale non accresca le troppe disuguaglianze e ingiustizie già presenti nel mondo, ma contribuisca a porre fine a guerre e conflitti, e ad alleviare molte forme di sofferenza che affliggono la famiglia umana».