Cesena
Salvini a Cesena e la città si spacca: chi lo ama, chi lo contesta, chi lo ripudia
Mobilitazione generale per l’arrivo di Matteo Salvini a Cesena. Il ministro dell’Interno è giunto in città, nel tardo pomeriggio di ieri, a sostegno della candidatura a sindaco di Andrea Rossi.
Il suo intervento, in piazza Almerici, è stato molto seguito e applaudito dal popolo del centrodestra, ma ha visto anche le contestazioni di un gruppo di “antagonisti” impegnati in una rumorosa contestazione.
Ben diverso il clima nella vicina piazza Amendola, dove una manifestazione apartitica (l’idea è nata inizialmente in seno al Centro per la Pace) ha radunato diverse centinaia di cesenati tra canti, musica dei “pasquaroli antifascisti”, con striscioni, testimonianze e laboratori per bambini. Tra loro, da semplice cittadino senza simboli di partito, anche il candidato del centrosinistra Enzo Lattuca. L’idea degli organizzatori era quella di manifestare non contro Salvini, ma “in alternativa al comizio della Lega, con un pacifico incontro di popolo per una Cesena diversa e inclusiva, che rifiuta l’odio e le discriminazioni”.
Le due piazze, numericamente, si equivalevano. Ma l’attenzione mediatica non poteva che concentrarsi sul comizio del segretario leghista. Per lui era stato preparato un palco a metà di piazza Almerici, lato corso Mazzini. Lo spazio, di circa 700 metri quadrati, si è riempito di sostenitori del “Capitano” già dalle 18, anche se Salvini è arrivato solo qualche minuto prima delle 20 (preceduto da interventi di Andrea Rossi e del segretario della Lega Romagna Jacopo Morrone).
Prima di cedere la parola al ministro dell’Interno, Morrone gli ha fatto dono di una maglia bianconera con il numero 10 e il suo nome: “si tratta del regista, quello capace di far girare tutto. E finalmente Cesena può cambiare. L’aria, il vento del cambiamento è arrivato e soffia anche qui. Forza Cesena!”.
Un gesto, questo, stigmatizzato dalla società calcistica in una nota, dove ricorda la propria posizione “di assoluta neutralità. Invitiamo tutti gli attori della scena politica ad astenersi dall’utilizzo dei simboli che rappresentano il club evitando, nel rispetto dei tifosi e degli appassionati bianconeri, ogni tipo di strumentalizzazione e di associazione a qualsivoglia schieramento o ideologia”.
Il segretario leghista ha subìto nei primi minuti d’intervento una pesante contestazione da parte di “gruppi antagonisti” (vicini al mondo dei centri sociali) riuniti sotto lo striscione “Cesena antifascista” dal lato di Corso Mazzini che volge verso via Strinati. Si sono sentiti persino cori inneggianti a piazzale Loreto.
A loro Matteo Salvini ha risposto con la consueta ironia: “Capite perché hanno già perso? Gli è rimasto solo l’insulto e il centro sociale… non hanno nemmeno più i clandestini su cui fare quattrini”.
Ha ringraziato poi i propri sostenitori per aver portato la Lega a diventare il primo partito in Romagna, intercettando anche il voto di tante persone di sinistra, operai e pensionati, che si sono avvicinati a lui per la ferma volontà di smontare la riforma Fornero del sistema pensionistico.
Tra battutine e luoghi comuni (“i compagni col rolex: compagno, compagno… tu lavori, io magno”), non sono mancati ulteriori affondi ai contestatori, associando in un unico calderone centri sociali e Pd: “Sapete perché hanno già perso? Voi per essere qui avete perso due ore di lavoro, famiglia, passioni. Ma non andreste mai a contestare gli altri, come fanno questi qui che si muovono solo con la paghetta di mamma e papà”.
Ribaditi anche i concetti sovranisti e nazionalisti tanto cari alla Lega degli ultimi anni: “Se c’è una casa popolare a Cesena quella casa deve andare prima a un italiano, prima a un cesenate. Mi sembra equo, giusto, normale”.
Ribadito anche l’impegno sulla sicurezza con l’assunzione in Italia di 8mila nuovi agenti di forze dell’Ordine.
Il finale del comizio di Salvini è stato tutto dedicato al locale: “La Cesena di Andrea Rossi farà lavorare per il Comune solo chi merita di lavorare, non i raccomandati e gli amici dei cugini. Aria nuova in Comune a Cesena! Domenica 9 giugno si riparte dallo zero a zero. Il treno passa una volta e chi non vota sarà complice. Chi lascia che scelgano gli altri ha già perso, come ricordava anche Giovanni Falcone. Chiedo a Cesena di tirare fuori l’orgoglio e votare tutti per Andrea Rossi, che tornerò a trovare da ministro nel suo ufficio di sindaco di Cesena”.