Dalla Chiesa
San Bartolomeo apostolo. Anche se gli togliessi la pelle… rimarrebbe comunque tutto d’un pezzo
Anche se gli togliessi la pelle… rimarrebbe comunque tutto di un pezzo.
Oggi la Chiesa festeggia san Bartolomeo apostolo.
Il Vangelo di Giovanni, identifica Natanaele, con colui che viene visto da Gesù “sotto il fico”. Bartolomeo in aramaico significa “bar-talmai” cioè figlio di Tal-mai in greco: Ptolemaios.
Alcuni commentari posteriori vedono in Bartolomeo e Natanaele la medesima persona. Bartolomeo sarebbe il soprannome di Natanaele, (che significa in ebraico “dono di Dio”)
Secondo il Vangelo di Giovanni, Natanaele, sente raccontare da Filippo che i discepoli di Giovanni Battista hanno trovato colui di cui hanno scritto Mosè e i profeti, Gesù di Nazareth.
Ma Natanaele obietta, domandando: “Che cosa di buono, possa mai venire da Nazareth?”, una città di confine, una città abitata da persone pericolose, ricercate dal governatore romano, banditi, razziatori, e perché no, persone strambe, per poi professare poco dopo la sua fede in Gesù: “Rabbi, tu sei figlio di Dio, tu sei il Re di Israele”. Il nome di Bartolomeo-Natanale compare nell’elenco dei dodici inviati dal Signore a predicare.
Di Natanaele parlerà più tardi ancora il Vangelo di Giovanni, nel racconto dell’apparizione di Gesù risorto, presso il lago di Gennezaret, quando in cinque vanno a pescare (e c’è miracolo dei 153 pesci).
Bartolomeo proviene da Cana di Galilea, luogo famoso per il miracolo dell’acqua trasformata in vino, da dove viene anche Simone detto il Cananeo, un altro apostolo.
Notizie incerte asseriscono che il nostro apostolo andò a predicare in missione in Asia minore, la Mesopotamia, (oggi sarebbe l’Arzebaigian o l’Armenia), e infine in India.
Avrebbe anche liberato da uno spirito cattivo la figlia del re Polimio e convertito lo stesso re. Il fratello del re Astiage, su richiesta dei sacerdoti lo catturano, lo bastonano e poi lo scuoiano.
Nella chiesa cattolica, Bartolomeo-Natanaele viene venerato il 24 agosto.
È il patrono tra l’altro dei pescatori e dei conciatori di pelle.
Michelangelo Buonarroti, il celebre pittore e scultore di Caprese, paesino abbarbicato sulle rocce aretine, scelse proprio Bartolomeo, l’apostolo integerrimo, tutto d’un pezzo, scorbutico e brontolone fino allo sfinimento, come figura per collocarsi in un autoritratto nel celebre “Giudizio Universale” della Cappella Sistina; piazzandosi sotto la figura ieratica e imberbe di Gesù, a fianco di san Lorenzo, mentre con la destra sembra mostrare fiero lo strumento usato per lo scuoiamento e nella sinistra, come un appendiabito, la sua pelle completa appesa in bella vista; il volto leggermente piegato a destra non nasconde il cruccio, ma qui ci vorrebbe il Divin poeta per “cantare” le gesta di tali personaggi.
Una chicca: nel Vangelo arabo dell’infanzia, un vangelo naturalmente apocrifo, cioè non riconosciuto “ispirato”, viene riportato un particolare avvenimento. Una donna per intercessione di Maria sdraiò il suo bambino gravemente ammalato nel letto di Gesù, e quel bambino, continua il narratore, era Natanaele Bar-Tolmai, guarì. Un giorno sarà conosciuto anche con l’appellativo di Bartolomeo.
“Ti amo più della stessa mia pelle” (Frida Kahlo)