Dalla Chiesa
Sant’Alberto Magno, vescovo e dottore della Chiesa
“Se lo hanno chiamato “doctor universalis”, un motivo ci sarà..”
Alberto figlio minore del conte di Bollstadt, nacque a Lauingen (Svezia) nel 1193 o 1205 o 1206… Da giovane fu mandato a studiare presso l’università di Padova, città scelta perché lì vi abitava uno zio. Decise dopo lunga meditazione ispirata dall’ascolto dei sermoni del beato Giordano di Sassonia, secondo maestro generale dell’ordine dei predicatori di san Domenico. Decise fermamente di entrare in religione, proprio tra le file dei domenicani. Studiò e tanto: Padova e poi Bologna, Parigi, Colona (forse) e poi dopo aver ascoltato tante lezioni da allievo, cominciò lui ad insegnare; teologia. Hildesheim, Friburgo, Ratisbona, Strasburgo e Colonia.
E mentre nel 1240, si trovava in un convento a Colonia intento a studiar Liber Sententiarum di Pietro Lombardo, l’obbedienza gli impose di recarsi a Parigi. Qui si laureò all’università che più di ogni altra veniva celebrata come scuola di teologia. Durante questo viaggio ebbe tra i suoi uditori un giovane italiano, silenzioso e riflessivo, Tommaso d’Aquino. In lui Alberto riconobbe il genio cui predisse la futura grandezza. Insieme andarono a Parigi e otto anni più tardi tornò insieme all’allievo al nuovo Studium Generale di Colonia di cui era stato nominato rettore. Tommaso divenne secondo professore e Magister Studentium.
È il 1250, insieme a Tommaso e a Pietro di Tarantasia (futuro papa Innocenzo V), Alberto partecipa al capitolo generale dei domenicani tenutosi a Valenciennes, comune francese del dipartimento del nord nell’alta Francia, ed elaborò lì le norme per la direzione degli studi e per la determinazione del sistema di meriti all’interno dell’ordine. Quattro anni più tardi fu eletto provinciale per la Germania, incarico rognoso e difficile che ricoprì con efficienza e responsabilità. Nel 1260 fu consacrato vescovo di Ratisbona. Il maestro generale dell’ordine, fra Umberto di Romans, temendo di perdere i servigi di Alberto, cercò di impedirne la nomina, ma fallì miseramente. Papa Gregorio X nel 1270 lo inviò a partecipare ai lavori del secondo Concilio di Lione, alle cui conclusioni prese parte attiva. Tornando a casa per riposare dai lavori gli arrivò una notizia che gli raggelò il sangue. Un pugno nello stomaco. Tommaso mentre era in strada convocato per partecipare ai lavori di Lione, nell’abbazia dei Cistercensi nei pressi di Fossanova, era venuto meno. La sua anima lo aveva preceduto. Sappiamo che Tommaso, il Doctor angelicus, era uno studioso con grossi problemi di salute: obesità, idropisia… e chissà quante altre. Secondo Alberto, la Chiesa aveva perso la sua luce, si era spenta per sempre. Era il 7 marzo 1274. Qualche tempo dopo, verso il 1278, sentì sicuramente di essersi definitivamente incamminato sul viale del tramonto e amareggiato scrisse il suo Testamento… Ebbe vuoti di memoria. La sua forte mente a poco a poco si offuscava portandolo a un totale isolamento. Il suo corpo fiaccato dalle penitenze e da una vita austera e senza riposo si spense il 15 novembre del 1280.
Fu sepolto nella chiesa parrocchiale di Sant’Andrea a Colonia.
Beatificato nel 1622, Pio XI, nel 1931, sotto la forte spinta dei vescovi della Conferenza episcopale tedesca, lo canonizzò e tempo dopo lo dichiarò Dottore della Chiesa.
Il successore, papa Pio XII pose ad Alberto il patronato dei Cultori delle scienze naturali.
Nel 1991 gli è stato dedicato un asteroide scoperto allora: 20006 Albertus Magnus.