Savignanese. Intervista all’ex presidente Marconi

Marco Marconi non è più il presidente della Savignanese da mercoledì sera. Non una sorpresa per il club romagnolo, infatti “avevo già annunciato a dicembre questa mia decisione – spiega l’ex timoniere della società – perché sentivo il bisogno di fare un passo indietro e mollare un po’ la presa da un impegno molto gravoso. Questi due anni ricchi di responsabilità mi hanno provato parecchio”.

A ruota di tale decisione, anche i consiglieri del direttivo hanno presentato le proprie dimissioni, così “da poter azzerare la situazione e cercare di ricostituire un nuovo consiglio con tutte le cariche sociali previste dallo statuto in vista della prossima stagione”. Un’era che dura da 30 anni nelle vesti di dirigente, di cui 20 da presidente, ma Marconi non intende porre fine alla sua permanenza all’interno del club gialloblu. “Avrò un ruolo diverso e meno impegnativo, ma una mano continuerò a darla. Il mio successore? Non è stato deciso nulla di definitivo, ma ci sarà una continuità sportiva”.

I momenti belli sono tanti da ricordare, uno su tutti “la storica e prima promozione in Serie D avvenuta nell’aprile del 2018. Lo scorso anno invece ricordo con piacere il pareggio maturato col Cesena. Nel complesso siamo sempre stati abituati a fare campionati importanti”. Oltre a dover sbrogliare la matassa inerente ai vertici societari, la Savignanese dovrà capire anche a quale campionato partecipare nel 2020/2021. La Lnd ha proposto di cristallizzare le classifiche 2019/2020 di serie D, fissando quattro retrocessioni e una promozione per ogni girone, in attesa delle decisioni definitive del consiglio federale della Figc, in programma l’8 giugno. In contrapposizione è nato il gruppo ‘Salviamoci’, composto da 31 club di quarta serie avversi alle retrocessioni ‘su carta’ imposte dalla Lnd, tra i quali la Savignanese.

“Il campionato è stato sospeso a causa del Covid-19 e siamo retrocessi a tavolino. Noi eravamo ultimi, ma mancavano nove partite al termine della stagione. Eravamo in netta ripresa, è stata una decisione che non abbiamo condiviso. Avremmo potuto raggiungere almeno i playout. Ho aderito al movimento per tutelare il futuro club, così la nuova società potrà compiere tutti i passi per salvare la categoria, se lo vorrà”.