Savignano, in tantissimi all’ultimo saluto a Vincenzo Colonna. Don Bernabini: “Imprenditore saggio e uomo gentile con tutti”

Il ricordo dei figli: "Gli anni della malattia un arricchimento per noi". I dipendenti Ivas: "Eravamo la tua seconda famiglia"

Chiesa di Santa Lucia, a Savignano sul Rubicone, gremita oggi pomeriggio per l’ultimo commosso saluto a Vincenzo Colonna. L’imprenditore, presidente e amministratore delegato del gruppo Ivas di San Mauro Pascoli, è morto nei giorni scorsi a 67 anni (vedi “Leggi anche”).

Sindaco in lacrime

In tanti si sono stretti attorno alla moglie Gloria, figlia dell’altrettanto noto imprenditore savignanese Pippo Turroni, e ai figli Jacopo, Valentina e Federico. Con loro anche la moglie e i figli di Werther Colonna, fratello di Vincenzo, cofondatore dell’Ivas, morto a 68 anni nel 2019. In prima fila, visibilmente commosso, il sindaco di Savignano Nicola Dellapasqua. Accanto a lui le autorità militari. Nella navata anche il primo cittadino di San Mauro Pascoli Moris Guidi.

I figli: “Gli anni della malattia un arricchimento per noi”

Ha presieduto il rito funebre don Giampaolo Bernabini, parroco di San Mauro Pascoli. Con lui all’altare vari sacerdoti e diaconi. La musica dell’organo e di un violino hanno accompagnato tutta la celebrazione con brani sacri e non. La Messa, in modo inconsueto, è iniziata con un messaggio dei figli di Colonna, letto dall’attore Ilario Sirri, prima del segno della croce. “Non avremmo potuto desiderare un babbo migliore – il ricordo – sempre presente, sensibile, generoso, a modo tuo, affettuoso. Tu l’affetto lo dimostravi con i fatti, non con tante parole e discorsi. Siamo sicuri che anche oggi starai brontolando per tutte queste celebrazioni“.

L’eredità lasciata è “un grande esempio di determinazione, forza, gentilezza, rispetto. Forza anche nell’affrontare la malattia, giorno dopo giorno, senza mai lamentarti. Rispetto nei confronti delle persone, nessuna esclusa”. Sulla malattia, i figli riferiscono di “due anni vissuti insieme con grande intensità e naturalezza, senza cambiare l’atmosfera. La malattia è stata per noi un arricchimento“.

Don Bernabini: “Testimone della fede. È entrato nella vita vera”

Nell’omelia, don Bernabini si è rivolto direttamente all’amico Colonna: “Siamo qui in tantissimi non solo perché sei stata una persona importante, ma perché ti abbiamo voluto bene. Tutti noi non solo abbiamo stimato l’imprenditore capace, saggio, lungimirante, ma abbiamo apprezzato l’uomo cordiale, gentile, signorile e affabile. Sapevi stare con tutti, dall’imprenditore all’uomo della strada, e trattavi tutti con la medesima attenzione e con lo stesso garbo. Eri attento ai problemi di tutti“.

Da qui un ricordo personale: “Con te ho parlato soprattutto di fede e di Vangelo. Insieme abbiamo cercato delle risposte”. Dal sacerdote la convinzione che “a Dio è bastato vedere la rettitudine della tua vita, di come, nel momento della prova, il tuo cuore è rimasto fedele. Attraverso la malattia Dio Padre ti ha unito a suo Figlio crocifisso. Dio ha portato compimento in te la sua opera di salvezza”.

Poi un messaggio ai familiari: “Nessuno è mai pronto per affrontare la perdita di una persona cara. Ci sembra ingiusto. Lasciate fare al buon Dio. Vincenzo è entrato nella vita vera. Tutti siamo in cammino verso la nostra vera casa. Non l’avete perduto. Vi lascia un’eredità preziosa che è il suo esempio“. Infine un ringraziamento al Signore “per averci donato una persona speciale, buon testimone della fede che ha combattuto fino all’ultimo la sua battaglia” e allo stesso Vincenzo Colonna “per il tuo esempio luminoso e per il dono della tua amicizia”.

Il Rotary: “Generosità contagiosa”
I Filopatridi: “Umanità e spessore morale”

Numerosi i ricordi letti al termine della celebrazione. I nipoti hanno sottolineato il “grande insegnamento di come si affrontano le difficoltà della vita. Ora salutaci il babbo Werther”.

Nicola Giorgetti, attuale presidente del Rotary Club Valle del Rubicone ha ricordato Colonna, fondatore del sodalizio, come “persona capace di fare la differenza”, vivendo in pieno il motto rotariano del “servire al di sopra di ogni interesse personale, senza egoismi, con una generosità contagiosa“.

Dalla Rubiconia Accademia dei Filopatridi, di cui Colonna era presidente dal 2021, un messaggio letto da Giuseppe Venturi in cui si sottolineano “umanità e spessore morale”. “Già malato – un aneddoto riferito – si alzava dalla propria postazione per portare il caffè a coloro che non riuscivano a farlo in autonomia”. Dai Filopatridi anche un plauso all’azienda Ivas, “fiore all’occhiello dell’imprenditoria locale“, e un ricordo delle tante opere a favore della comunità, tra cui la “borsa di studio Gino Vendemini“. 

I dipendenti dell’Ivas: “Eravamo la tua seconda famiglia”

Ultimo intervento quello di una giovane dipendente del gruppo Ivas: “Per te eravamo la tua seconda famiglia. Volevi che ti dessimo del tu”. Tanti i grazie: “per essere stato un datore di lavoro visionario e caparbio, mite e gentile, di una bontà unica ed eleganza fuori dal comune, punto di riferimento, faro e guida nei mari più tempestosi. Grazie per aver fatto sentire ciascuno di noi parte della famiglia. Ci mancherai molto. La mattina passavi per gli uffici per salutarci e chiedere come andava. Ci mancherà trovare la porta del tuo ufficio sempre aperta, pronta ad accoglierci. Avevi una parola gentile per tutti”.

Infine una promessa: “Continueremo a portare alto il nome dell’azienda con il tuo stesso orgoglio e caparbietà“.