Scomparsa Cristina Golinucci: no all’archiviazione

Caso Cristina Golinucci: il giudice per le indagini preliminari di Forlì-Cesena Massimo De Paoli ha respinto la richiesta di archiviazione. In particolare, ha rimandato gli atti alla Procura chiedendo che i prossimi tre mesi siano dedicati all’approfondimento delle indagini sulla esistenza di una testimone che riferisce di aver ascoltato, presso uno negozio di parrucchiera di Cesena pochi giorni dopo la scomparsa della 21enne di Ronta di Cesena, avvenuta l’1 settembre 1992 nei pressi del convento dei Cappuccini, a Cesena, una testimonianza diretta.

È di poche ore fa la comunicazione, inviata via pec all’avvocato della famiglia Golinucci-Degli Angeli Barbara Iannuccelli, del foro di Bologna, nella quale viene specificato che è necessario l’approfondimento delle testimonianze che riportano quanto raccolto presso una parrucchiera di Cesena qualche giorno dopo la scomparsa: una cliente riportava di aver incontrato al convento dei Cappuccini dove si era recata per accedere al sacramento della confessione, una signora che nel giorno della scomparsa si trovava nei pressi del convento perché accompagnava la figlia che stava facendo footing: la signora riteneva di aver visto Cristina parlare animatamente con un uomo vicino all’ingresso del convento, dandone una descrizione fisica. Questa testimonianza non risulta essere stata approfondita e a questo saranno dedicati i prossimi mesi, affinché quella signora che accompagnava la figlia a fare attività fisica si faccia presente e possa dare la propria testimonianza diretta agli inquirenti.

“Natale porta una nuova, piccola speranza – sono le parole di Marisa Degli Angeli, mamma di Cristina, raggiunta al telefono nella sua casa nella campagna di Ronta -. Ho da poco parlato con gli avvocati Barbara Iannuccelli e Nicodemo Gentile presidente di Penelope, e mi hanno specificato che questo nuovo tempo che viene concesso alle indagini sarà un tempo per insistere su questa pista. E speriamo che vengano fuori nuove testimonianze. In ogni senso, in ogni direzione. A oggi non sappiamo chi era presente nel piazzale del convento e chi all’interno del convento. Per me chiudere di nuovo il caso sarebbe stato un brutto colpo. Sarebbe stato la nona volta in 31 anni. Questa notizia tiene viva la speranza. In questi tre mesi continueremo a sperare che chi sa si liberi la coscienza. È Natale… Chiedo di mettersi una mano sulla coscienza: sia chi sa cosa è successo a Cristina. Sia chi copre”.

“Sento vicino tanta attesa e speranza nella nostra famiglia, negli amici, nei soci di Penelope… – prosegue Marisa -. Sento che la comunità tutta ha Cristina nel cuore e non l’ha dimenticata. Con tutti condivido questa luce e questa speranza”.