“Se questo è un uomo” a scuola, “perché i giovani non perdano la memoria”

Storia e memoria, tra letteratura e teatro. Per non dimenticare. Questa è la mission di un percorso in due tappe messo insieme dal teatro “Bonci” di Cesena con Ert/Teatro nazionale (Emilia-Romagna teatro fondazione) e l’Istituto storico della resistenza e dell’età contemporanea di Forlì-Cesena.

Se ne è parlato poco fa in conferenza stampa per la presentazione della mattina di domani, sabato 20 novembre. Quattro classi del liceo Scientifico “Righi” e altre nove tra “Righi”, liceo “Monti” e Linguistico “Alpi” collegate in videoconferenza prenderanno parte alla particolare lezione che prenderà spunto dal famosissimo libro di Primo Levi “Se questo è un uomo”. 

L’attore-regista e protagonista del monologo tratto dal libro di Levi, Valter Malosti, ha messo in evidenza come “l’Istituto storico ci ricorda la memoria. E la storia ci ricorda la realtà”, vista la collaborazione con l’Istituto storico della resistenza e il centro internazionale di studi Primo Levi. 

“Come Istituto storico della resistenza – ha esordito la presidente Ines Briganti, per tanti anni insegnante di storia all’istituto tecnico agrario – non abbiamo mai tenuto una conferenza stampa. Questa è la prima. E l’abbiamo convocata perché quando abbiamo visto il programma di questi giorni e del 15 gennaio prossimo, quando andrà in scena il memoriale di Aldo Moro, ci siamo detti che avrebbe avuto un senso fare qualcosa ad hoc come Istituto storico. Così abbiamo trovato il modo di coinvolgere le scuole”. E a margine ha aggiunto: “vi posso assicurare che dentro quelle aule, nonostante adesso si parli molto di mascherine, gel, quarantene e Green pass, c’è gente che lavora sodo: dirigenti, docenti. E con loro ci sono gli studenti che desiderano frequentare de visu“.

“Quando abbiamo fatto questa proposta – ha aggiunto la Briganti – subito abbiamo trovato una grande disponibilità. Saremo voluti andare nell’aula magna di Psicologia, ma ci sarebbe voluto il Green pass e questo avrebbe tagliato fuori alcuni studenti. Allora siamo dirottati sull’aula del liceo “Righi” con altre classi in collegamento, dagli altri due licei”.

“Per noi è importante – ha concluso la Briganti – comunicare il senso di una memoria collettiva che non deve andare perduta. Levi e i suoi contemporanei, in specie le donne, ebbero difficoltà nel farsi credere. Oggi il rischio è quello di smarrire la memoria dei testimoni. Allora rimane solo la storia. I giovani, anche quelli di oggi, hanno grande sensibilità e hanno bisogno di sapere”.

Alberto Gagliardo, docente del liceo “Righi” con distacco all’Istituto storico, ha detto di avere letto tante volte il libro di Levi, ma “ieri sera (durante la prima rappresentazione al teatro Bonci, ndr, vedi pezzo a fianco) è come se l’avessi letto per la prima volta. La nostra sfida come Istituto storico è proprio questa: avvicinare questi temi per capire l’oggi. Rendere la storia vicina, come tentiamo di fare quando organizziamo il trekking urbano, per scuoterci dal torpore. Come cerchiamo di fare con il diario inedito di Massimo Severi che sta girando sui social”.

“Il teatro è un altro strumento per non smarrire la memoria”. L’ha ricordato il direttore del “Bonci”, Franco Pollini, mentre l’assessore alla cultura, Carlo Verona, ha ringraziato tutti per l’importanza della “trasversalità di temi di ampio spettro con i quali avete saputo coinvolgere le scuole”.