Seggi elettorali fuori dalle scuole, il Comune ci pensa

Seggi elettorali non più solo nelle scuole. Nella seduta di ieri, giovedì 9 marzo (vedi notizia richiamata), il Consiglio comunale di Cesena ha approvato la mozione del Partito democratico volta a trovare per il voto luoghi alternativi a quelli scolastici, in altre strutture pubbliche. “È una spinta di riflessione – l’ha presentata il consigliere Enrico Rossi -, essendo ancora lontana la modalità di voto online e considerando il numero degli appuntamenti elettorali, c’è la volontà di ridurre, dove possibile, il disagio per studenti e famiglie dell’utilizzo delle scuole”. Il provvedimento chiede inoltre alla Giunta di valutare la riorganizzazione della composizione dei seggi e plessi per ridurne il numero (che comporterebbe anche un risparmio in termini economici), e sollecitare il Governo a una riforma per consentire la possibilità di voto agli studenti fuori sede, registrandosi nelle liste elettorali del luogo di domicilio.

A Cesena su 98 seggi solo 13 non sono ubicati nelle aule: uno è all’ospedale Bufalini e gli altri in ex scuole.

Ha votato a favore della mozione anche il consigliere Enrico Castagnoli di Cambiamo, che ne ha chiesto l’integrazione con un emendamento riguardante il confronto con tutte le forze politiche al fine di condividere le future scelte, non nascondendone però le criticità. Ha infatti ricordato che il vicesindaco e assessore Christian Castorri in passato l’aveva descritta come “una proposta complessa e di difficile attuazione”. Si sono espressi negativamente, invece, la Lega e il Movimento 5 Stelle.

Per la loro diffusa capillarità sul territorio, in Italia le scuole hanno una vocazione prediletta per ospitare le urne: nove seggi su dieci sono lì (88 per cento degli oltre 61mila). Al contrario di quanto avviene in altri Paesi europei, dove per questa funzione sono destinate invece università, palestre, palazzetti, biblioteche e altre sedi pubbliche.

Nel 2021 il Governo aveva stanziato due milioni di euro ai Comuni che avrebbero dovuto individuare delle sedi extrascolastiche per il funzionamento dei seggi elettorali. Una misura che non ebbe molto successo: sono state soltanto 177 le amministrazioni locali (poco più dell’un per cento del totale), che ha prodotto il trasferimento di 510 seggi, garantendo la continuità della presenza in aula per oltre 300mila studenti.