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Serie A, la lettura dopo cinque giornate estive
Lo scorso 13 agosto è iniziato il campionato di calcio di serie A della stagione 2022-2023. Si concluderà il 4 giugno prossimo. Da come si comprende dalle date, si tratta di un campionato lungo, in quanto si prenderà una lunghissima pausa dal 13 novembre al 3 gennaio. La pausa è determinata, oltre che dal consueto periodo di riposo per le festività natalizie, anche dallo svolgimento del primo e unico Mondiale autunnale della storia del calcio, che si disputerà in Qatar dal 18 novembre al 21 dicembre.
Finora sono state giocate cinque giornate e, nonostante non siano attendibili in quanto rappresentano neanche il quinto dell’intero campionato, hanno già evidenziato alcuni possibili e interessanti spunti di riflessione. Il primo punto deve fare in qualche modo riflettere: nelle 50 partite finora disputate sono stati segnati 122 gol e, fra questi, solo 27 portano la firma di un calciatore italiano, escludendo gli autogol. Una percentuale di gol tricolore molto bassa a questo punto della stagione, che ha registrato addirittura un caso limite durante la seconda giornata, dove c’è stato un solo gol italiano, la splendida rete da fuori area di Domenico Berardi in Sassuolo-Lecce 1-0. Questo discorso non vuole essere una crociata contro i calciatori stranieri (la diversità ci arricchisce enormemente) ma vuole solo esprimere, da una parte, lo stato di profonda crisi dei vivai italiani i quali non riescono a produrre grandi calciatori come un tempo e, dall’altra, la gestione delle squadre italiane che in molti casi, quando riescono ad avere in rosa elementi italiani talentuosi provenienti o dai propri vivai o da altre realtà calcistiche, li vendono all’estero. Una volta all’estero, molti calciatori non rendono come magari renderebbero se giocassero in Italia e così la nostra Nazionale si ritrova con pochi calciatori di qualità. Gli imminenti Mondiali qatarioti saranno i secondi consecutivi senza l’Italia, una chiara dimostrazione di quanto appena affermato.
Il secondo spunto è offerto dalla mole impressionante di infortuni che ha colpito le grandi squadre in modo particolare: Romelu Lukaku e Henrikh Mkhitaryan nell’Inter, Alessandro Florenzi nel Milan, Paul Pogba e Angel Di Maria nella Juventus o Georginio Wijnaldum nella Roma. In verità è un elemento facilmente pronosticabile in quanto, tra l’ultima giornata dello scorso campionato e la prima giornata di questo sono trascorsi solo 83 giorni e, di conseguenza, i calciatori hanno avuto molto meno tempo per effettuare una preparazione atletica e muscolare adeguata a proteggere i loro muscoli da eccessivi infortuni.
Per quanto riguarda i primi 450 minuti di campionato, la classifica ha registrato tre sorprese: l’Atalanta in testa alla classifica e la presenza fuori dalle prime 5 posizioni di Inter e Juventus. L’Inter di Simone Inzahi, dopo aver sfiorato lo scudetto la stagione scorsa, ha già perso due volte – entrambe le volte contro una potenziale pretendente al titolo, cioè contro Lazio e Milan – nonostante un ottimo mercato in entrata enfatizzato dal ritorno in prestito dal Chelsea di Lukaku e nonostante, escludendo Ivan Perisic andato via a parametro zero, sia riuscita a non vendere nessun pezzo pregiato, soprattutto Milan Skriniar, voluto fino all’ultimo dal Paris Saint Germain. Anche se non ha ancora perso, è partita con il freno a mano tirato anche la Juventus di Massimiliano Allegri, nonostante gli arrivi di due grandissimi campioni come Pogba e Di Maria, il primo è un cavallo di ritorno -. C’è da dire che è una classifica ovviamente molto corta, con nessuna squadra a punteggio pieno e con le prime sei squadre racchiuse in quattro punti: per il momento comanda appunto l’Atalanta con 13 punti, poi ci sono Napoli e Milan a quota 11 punti e chiudono la sestina Udinese, Roma e Torino a quota 10 punti, mentre Inter e Juventus sono a quota 9.
Una sorpresa è trovare ai primi posti il Napoli di Luciano Spalletti perché nonostante in estate sia stata privata di tantissimi calciatori fondamentali tra mancati rinnovi di contratto e cessioni necessarie, David Ospina, Kalidou Koulibaly, Dries Mertens, Lorenzo Insigne, Faouzi Ghoulam e Fabian Ruiz, è riuscita lo stesso a imbastire una squadra piena di calciatori affermati ma soprattutto di talenti finora sconosciuti. Merita una menzione speciale l’esplosione di Khvicha Kvaratskhelia che, nelle sue prime 5 partite nel Napoli e in generale in serie A, ha già partecipato a cinque gol, quattro personali e un assist.
Per quanto riguarda dati più tecnici, c’è da registrare che il miglior attacco è il Napoli con 12 gol segnati, la miglior difesa è un duo formato da Atalanta e Juventus, che hanno subito solo due gol. La vera sorpresa è rappresentata dall’attuale capocannoniere, che è Marko Arnautovic del Bologna, che ha messo a referto cinque reti.
Vorrei terminare con un’immagine che rende il mondo del calcio un po’ meno tecnico e un po’ più umano: il pianto di commozione del nuovo acquisto del Lecce, Samuel Umtiti, quando è stato accolto con grida di giubilo da parte dei suoi nuovi tifosi. La gioia è motivata dal fatto che il Lecce ha appena acquistato, seppur in prestito, un campionissimo a livello internazionale che ha contribuito in maniera determinante a far vincere alla Francia i Mondiali di quattro anni fa e che ha vestito negli ultimi anni la maglia gloriosa del Barcellona. Siamo ormai abituati a vedere calciatori affezionarsi a comando ad ogni loro nuova squadra, con pianti molto spesso finti. L’immagine di un calciatore che si emoziona tanto nel sentire il calore della gente e che di conseguenza scoppia a piangere, fa sicuramente bene allo spirito, e anche al calcio.