Sicurezza, Vandelli ai candidati sindaco “Contrastare una delinquenza sempre più operosa”

La sicurezza, arma politica da “agitare” prima delle competizioni elettorali, non ferma l’impegno costante del sindacato dei poliziotti. Raggiunto l’obiettivo comune che realtà e percezione coincidono, archiviata l’espressione istituzionale, “isola felice”, è indispensabile porre in essere tutti gli interventi possibili per contrastare una delinquenza sempre più operosa. A dichiararlo è Ugo Vandelli segretario generale regionale Emilia Romagna Equilibrio Sicurezza “il sindacato dei poliziotti” che torna a parlare di sicurezza in vista della prossima tornata elettorale che interesserà la città di Cesena e i sette candidati sindaco. “Il predatore – prosegue Vandelli – ha assunto una forma più offensiva rispetto al passato, agisce in maniera costante, conosce abitudini e persone che vivono nel territorio e proprio per questo va combattuto utilizzando tutti i mezzi che la legge ci può offrire come deterrente”. Vandelli poi non trascura tutte le misure messe in campo: videosorveglianza, controllo di vicinato, chat di quartiere, decreto sicurezza e legittima difesa.

“Va ricordato – continua il sindacalista – che la mancata presentazione della denuncia alle forze dell’ordine – da parte di chi ha subito un reato – fornisce una fotografia distorta della reale situazione nelle statistiche nazionali e di conseguenza annulla gli “eventuali” interventi da parte dei ministeri interessati (in primis nell’assegnazione di personale). È indispensabile per Cesena, città con un’estesa periferia e diversi obiettivi sensibili, rivedere la pianta organica del commissariato di pubblica sicurezza ferma al 1989. In questo periodo ha una forza lavoro di circa 80 unità rispetto a quelle previste nel rapporto ministeriale che prevede un operatore ogni 1000 abitanti. Così come non vi è mai stato equilibrio tra l’organico della questura di Forlì e quello del commissariato di Cesena. In alternativa, in mancanza di rinforzi consistenti, occorre realizzare un reale coordinamento – mai decollato – tra le forze dell’ordine, coinvolgendo maggiormente la polizia municipale nelle ore notturne e rilanciando una figura di prossimità nei quartieri. In questo modo si riuscirà a fermare l’escalation di furti, spaccate e danneggiamenti che ogni giorno mettono a dura prova la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Non per ultimo licenziare quei provvedimenti legislativi dai quali dipende la certezza della pena. Tema, questo, che sta a cuore ad ogni persona onesta, così come agli operatori di polizia, stanchi di vedere chi delinque a piede libero subito dopo avere commesso un reato. Purtroppo le sbarre, che in passato non facevano circolare liberamente i delinquenti, oggi servono a sigillare i cittadini onesti nelle proprie abitazioni. Solo insieme si può alzare il livello di allerta e di conseguenza di sicurezza. L’intento delle forze di polizia è ricreare quel senso di comunità che è venuto meno, dalla conoscenza diretta del vicinato. Anche questo non basta, perché a volte la “paura” finisce per peggiorare la cosiddetta percezione della sicurezza”