Signani: “Il sogno nel cassetto è il titolo mondiale”

Il morso del Giaguaro ha colpito ancora. Matteo Signani ha difeso in Francia la cintura di campione Europeo Ebu dei pesi medi battendo lo sfidante Maxime Beuassire al Palazzo degli Sport a Caen. Un successo ottenuto in appena due riprese, a causa del ko del transalpino dopo un gancio sinistro. Successivamente a due rinvii a causa del Coronavirus, l’incontro sul ring si è disputato lo scorso 10 ottobre. “Alla vigilia mi davano perdente – confessa ridendo il pugile azzurro – come sempre. A Caen c’erano 3 mila spettatori, ma in Francia la boxe è molto seguita e se non ci fosse stata la pandemia ce ne sarebbero stati 14 mila. Faccio una vita da atleta, molto rigida e dopo due riprese ho vinto mettendo ko il mio avversario. Il colpo lo avevo preparato” come se fosse un automatismo. Il motivo è presto spiegato, “avevo studiato nei minimi dettagli il mio avversario – spiega il savignanese –. È un atleta quasi imbattuto, molto aggressivo e più giovane di me di 13 anni”. Nulla è stato lasciato al caso in una cavalcata di allenamenti durata un anno, “a testa bassa non mi sono fatto perdere d’animo. È stato faticoso organizzare durante l’anno incontri con sparring partner a causa del Coronavirus, ma ho avuto la fortuna di averne in Italia e di invitarli in Romagna per affrontarli”.

A 41 anni il romagnolo ricorda come sia nata la sua carriera: “da piccolino ero vivace e scalmanato. Al mio vicino di casa e amico Davide gli facevo molti dispetti. Un giorno il suo babbo mi disse ‘basta, vai a fare pugilato’. Mia madre mi portò in una palestra di Santarcangelo di Romagna e da lì iniziò la mia avventura. Capii che tutta l’energia e l’irrequietezza che avevo dovevo trasformarla in qualcosa di diverso. Sono partito nei dilettanti, poi attraverso molti match sono diventato professionista. Ho vinto cinque volte il titolo italiano, poi l’Intercontinentale Wba, l’Intercontinentale Ibf, il titolo di campione dell’Unione Europea e l’11 ottobre 2019 anche il titolo Europeo Ebu dei pesi medi”.

In dodici riprese ai punti, il Giaguaro sconfisse a Trento l’armeno naturalizzato olandese Gevorg Khatchikian. Una conferma quella del portacolori della Guardia Costiera che è stata possibile grazie al suo staff composto dall’allenatore Gian Maria Morelli, il suo secondo Daniel Scarpellini, l’aiuto preparatore Nicola Zignani, l’osteopata Filippo Saulle e il medico Andrea Del Seppia. “Li ringrazio tutti, compresa la sede dove mi alleno: la Ring Side di Rimini. Senza di loro non sarei qui. La dedica del titolo? In parte è per il collega scomparso Aurelio Visalli di Milazzo. Non l’ho mai conosciuto ma il nostro lavoro è di salvaguardare la vita in mare delle persone e lui ha sacrificato la propria per aiutare due ragazzi”. Ora il sogno nel cassetto è il campionato del mondo. “Un domani dovrò smettere, ma il titolo mondiale è ciò che desidero e mi farò trovare pronto quando ce ne sarà l’occasione. Vedremo”.