Rubicone
Simona Amadori candidata a Roncofreddo: “È ora di cambiare, riprendiamoci l’entusiasmo”
«Roncofreddo è immobile. È ora di cambiare. Uniti ce la faremo». È stato questo l’appello di Simona Amadori, candidata a sindaco con la lista civica “Il Comune che vogliamo”, che ieri sera al palazzo della Rocca, davanti a un folto pubblico, ha iniziato la propria corsa in vista dell’appuntamento elettorale dell’8 e 9 giugno prossimi.
A sostenerla, tutto il centrodestra con i parlamentari locali presenti al tavolo dei relatori: Alice Buonguerrieri (Fratelli d’Italia), Jacopo Morrone (Lega) e Rosaria Tassinari (Forza Italia). A fare gli onori di casa l’ex sindaco Odo Rocchi, che ha ringraziato i tre politici per la «vicinanza in questi mesi difficili» a seguito dell’alluvione e ha rimarcato la necessità di «ricostruire a Roncofreddo un’alternativa seria e credibile che sappia intercettare la forte volontà di cambiamento».
«Ho 53 anni – si è presentata così Simona Amadori -. Ho un compagno, un figlio e sono nonna di due nipotini. Sono un’insegnante di scuola dell’infanzia e vengo da una famiglia di contadini. Dai miei genitori ho ereditato l’entusiasmo, il piacere di lavorare e il sorriso nelle difficoltà. In passato sono stata capo scout e ora sono presidente dell’Associazione sportiva Roncofreddo».
Simona Amadori non è un volto nuovo della politica roncofreddese. Nel 2009 si candidò con il centrosinistra e fu vicesindaco di Franco Cedioli, che le diede il benservito nel 2012. Nel 2014 si candidò a sindaco con una lista indipendente che si frappose fra i candidati Odo Rocchi e Massimo Bulbi, poi vincitore delle elezioni con soli 27 voti di scarto. Ora Amadori è a capo della lista appoggiata dal centrodestra che proverà a strappare il Comune a Sara Bartolini. «Non rimpiango le scelte fatte – ha tenuto a precisare -. Amo questo territorio. Cerco di mettere passione ed energia per migliorarlo» e poi la citazione di don Milani, “I care”.
Presentato anche il logo. Non ci sono monumenti stilizzati ma varie persone, famiglie, disabili, giovani (e un cane) immersi nel verde. «Il simbolo – ha detto la candidata – implica inclusione, partecipazione e territorio. È un’immagine in movimento, così come deve essere il nostro paese, che deve ripartire dallo stallo in cui si trova e mettere al centro la persona. Stiamo vivendo una fase di appiattimento, di non partecipazione alla cosa pubblica, per cui va tutto bene anche se non è così. Riprendiamoci l’entusiasmo. Il mantra “Non ci sono i soldi” è troppo spesso un alibi. Non ci si può sempre accontentare. Un amministratore non può mai fermarsi, deve tendere al massimo, mai abituarsi alla mediocrità».
Sul programma la candidata non si è sbottonata per «evitare di fornire spunti agli avversari». Dagli interventi dei consiglieri comunali di minoranza uscenti (Giacomo Mongiusti, Alessandra Turroni, Albano Riguzzi, Daniele Placuzzi) sono comunque emersi alcuni temi centrali: più trasparenza e partecipazione, valorizzazione di tutte e dodici le frazioni del territorio, riorganizzazione dell’Ufficio tecnico e revisione dei rapporti con l’Unione Rubicone e Mare, presentata come esperienza fallimentare. Spazio anche alla gestione delle emergenze e alla ricostruzione di un territorio martoriato dalle frane, con i 7,2 milioni di euro giunti dalla struttura commissariale e «spesi solo in minima parte dal Comune per difficoltà tecniche».
Intervenuti a fine serata i tre parlamentari locali. Morrone ha lodato «l’entusiasmo, il sorriso e il coraggio» della candidata, alla base di un «nuovo modo di governare il comune». Il leghista ha poi sottolineato che «non ci sono frazioni di serie A e B» e, in merito all’alluvione, che «alcuni amministratori non hanno eseguito le dovute manutenzioni e scaricano le colpe sul Governo e sul cambiamento climatico».
Rosaria Tassinari ha ricordato i propri «dieci anni vissuti all’opposizione e i dieci come sindaco di Rocca San Casciano», sottolineando «l’entusiasmo di lavorare per il proprio Comune e al servizio dei cittadini». Per Tassinari «il cambiamento è la ricetta per uscire dall’immobilismo e i tre parlamentari locali, con il loro supporto, possono essere facilitatori di questo processo».
«Roncofreddo merita molto di più – ha detto Alice Buonguerrieri -. Sono venuta qui subito dopo l’alluvione, chiamata da cittadini abbandonati e intimoriti. Ho trovato un’Amministrazione comunale ostile e impreparata di fronte a una tragedia che non ha colore politico. Il Comune sta perdendo l’occasione di parlare seriamente con le istituzioni governative e i parlamentari del territorio». Buonguerrieri ha infine ricordato di aver sconfitto Massimo Bulbi all’uninominale a Ravenna, dicendosi sicura di vincere anche a Roncofreddo.