Cesena
Sono 46 le persone accolte nei dormitori contro il gelo. La rete solidale degli agricoltori salva le piccole frazioni dalla neve
Sold out. Hanno registrato il tutto esaurito i due dormitori della città di Cesena, di via Strinati e di via Costa, che a partire dalla notte tra sabato e domenica hanno rappresentato per molti senza fissa dimora un riparo certo dal gelo e dalla neve. A questi due porti sicuri nelle ultime ore si sono aggiunti anche i locali della stazione ferroviaria che per le prossime notti rimarranno aperti in forma straordinaria. Con temperature che hanno sfiorato i -5° i soggetti più vulnerabili della popolazione hanno potuto contare sulla fitta rete solidale venutasi a creare nella città malatestiana da alcuni anni, da quando il numero delle persone indigenti e senza casa è aumentato passando dai 3 del 2008/2009 ai 50 di oggi. “L’appello è di non vergognarsi e di bussare alle porte perché tutti saranno accolti. C’è spazio per ciascuno di loro”. Queste le parole dell’assessore ai Servizi per le persone Simona Benedetti che si dice preoccupata soprattutto per gli “irriducibili”, coloro che scelgono di rimanere all’addiaccio sfidando intemperie e temperature artiche. “I dormitori stanno svolgendo un servizio ottimo: sono aperti per tutto l’anno, ma in questi giorni con l’emergenza neve in occasione del grande freddo stanno ospitando più gente. In queste occasioni speciali, applichiamo deroghe alla capienza. Tuttavia – spiega l’assessore – al momento non abbiamo notizia di persone rimaste per strada a dormire”.
A Cesena, come del resto nelle altre città del territorio romagnolo, si è subito manifestata l’esigenza di aprire le porte agli ultimi in queste ore in cui tutta l’Italia, Roma compresa, è sotto la morsa del gelo. Ecce sto ad ostium et pulso. L’appello dell’Amministrazione comunale è stato raccolto immediatamente dalle associazioni presenti nel comprensorio cesenate e dalla Caritas diocesana che hanno messo a disposizione posti letto in più e pasti caldi. “Ai 12 letti abbiamo aggiunto altre due brande per due ospiti che hanno bussato alla porta del nostro dormitorio”, informa Giorgio Pollastri della Comunità Papa Giovanni XXIII e responsabile della struttura di via Costa 108 gestita dalla rete di associazioni “Comunità accogliente” con il sostegno del Comune. “Perlopiù si tratta di africani che dopo aver concluso il percorso nei centri di prima accoglienza si sono ritrovati per strada senza un tetto e senza neppure un impiego. I ragazzi hanno dormito da noi, ma sono rimasti anche nel corso della giornata. Apriamo ogni giorno alle 16,30 dando la possibilità a chi lo desiderasse di unirsi a noi”, dice Pollastri.
Non dissimile appare la situazione al dormitorio di via Strinati dove ai 20 posti presenti il Comune e la Caritas ne hanno aggiunti altri 12. “Abbiamo esaurito tutte le richieste di questi giorni”, assicura Bruna Venturi spiegando che rispetto allo scorso anno le donne sono aumentate di tre unità, ma che in prevalenza gli ospiti sono uomini di tutte la età, sia italiani che profughi. “All’accoglienza notturna che va dalle 8 della sera alle 8 del mattino, si aggiunge anche il servizio fornito dal Centro di Ascolto e dal Centro diurno di Corso Cavour. Tre realtà che lavorano in sinergia in modo che questa gente possa restare al caldo per l’intero arco della giornata”, spiega Venturi.
Importante il contributo fornito da alcune squadre di ragazzi richiedenti protezione internazionale, ospitati in città dall’Asp Cesena Valle Savio, dalla Croce Oro e dalla cooperativa Team Service, i quali hanno affiancato i volontari della Protezione civile per ripulire dalla neve strade e marciapiedi. In particolare, sono impegnati nel centro urbano e nelle zona Vigne e Sant’Egidio. “Un gesto utile, di speranza e di civiltà – sottolineano il sindaco Paolo Lucchi e l’assessore Simona Benedetti – che vogliamo pensare contribuisca a superare chiusure culturali eccessive e ingiustificate”.
Se da una parte lo sguardo si posa sui meno fortunati, dall’altra crescente è la preoccupazione per le condizioni delle colture e per le difficoltà che molti agricoltori della campagna cesenate devono affrontare, a volte anche da soli per mancati collegamenti con il centro urbano. È questo in sintesi il pensiero di Sauro Benvenuti (Coldiretti). “A partire dalla notte tra lunedì e martedì, quando c’è stata la prima copiosa nevicata, gli agricoltori sono stati grandiosi perché si sono messi in giro con i loro mezzi cercando di liberare le strade dalla neve e per consentire agli abitanti delle piccole frazioni, quelle meno battute e più isolate, di poter uscire e raggiungere il posto di lavoro o altri servizi”. Per Benvenuti il lavoro di questi uomini è davvero “impagabile” perché “hanno lasciato le proprie aziende per il favore degli altri”. All’opera anche gli allevatori che da parte loro hanno dovuto raggiungere gli allevamenti per prendersi cura degli animali portando loro cibo e acqua. “Molti temono l’effetto 2012 quando i danni delle nevicate sono stai ingenti. Lo vedremo nei prossimi giorni quali saranno i frutti di questa ondata di gelo”, afferma il segretario della Coldiretti che esprime maggiore apprensione per la basse temperature le quali potrebbero far morire intere colture. Tuttavia, anche nelle campagne l’emergenza è stata gestita dai vigili del fuoco e dagli uomini della Protezione Civile che hanno teso la mano al popolo degli agricoltori e degli allevatori.
Foto Sandra e Urbano