Dalla Chiesa
Sovvenire, tutti corresponsabili. “Nelle crisi la Chiesa resta un sistema di welfare fondamentale”
Incontro regionale a Ferrara: "Il 45 per cento dei praticanti non firma per l’8xmille"
Nell’incontro regionale “Corresponsabilità, partecipazione, comunione” a Ferrara economi, incaricati del Sovvenire, direttori degli Istituti sostentamento Clero e delle Comunicazioni Sociali si sono ritrovati insieme ai vertici Cei per il Sovvenire per ragionare insieme sulla promozione dell’8 per mille tra i fedeli. A partire da dati in calo: “Il 45% dei praticanti non firma per l’8xmille”
«Ognuno di noi è responsabile del sostentamento alla Chiesa». Questa frase sintetizza la volontà della comunità cristiana di coinvolgere sempre più ogni singolo fedele nel sostegno ai suoi tanti progetti in tutta Italia, nel sostentamento dei sacerdoti e per la salvaguardia del patrimonio artistico e culturale. Di questo si è parlato nei giorni 6 e 7 novembre a Casa Cini, a Ferrara, in occasione dell’incontro regionale “Corresponsabilità – Partecipazione – Comunione. Il sostegno economico alla Chiesa cattolica”. Un appuntamento pensato per i responsabili diocesani del Sostentamento clero, del Sovvenire, per gli economi e i direttori degli Uffici comunicazioni sociali, per la prima volta insieme per ragionare su come rilanciare il sostegno economico alla Chiesa cattolica.
Comunione e solidarietà
Una 70ina i presenti, accolti dall’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, monsignor Gian Carlo Perego che ha posto l’accento sulla corresponsabilità come «stile di vita del cristiano adulto, che si rende responsabile dei beni della Chiesa in ordine ai suoi compiti, cioè l’annuncio, la celebrazione e la carità». Gli interventi di mercoledì 6 – introdotti e moderati da Davide Martini, referente regionale del Sovvenire – sono stati aperti da Ernesto Paganini (direttore generale Istituto centrale per il sostentamento clero – Icsc), che ha riflettuto sulla centralità dei «principi di solidarietà e perequazione» tra Icsc e Isc diocesani. «Riguardo agli istituti diocesani – ha detto Paganini – è importante una riqualificazione del patrimonio immobiliare e un miglioramento degli strumenti operativi per il controllo di gestione».
Riforma e visione globale
La riforma delle strutture «esige la conversione pastorale» all’insegna della missionarietà. Da questo passaggio di Evangelii Gaudium ha preso le mosse don Claudio Francesconi, economo Cei, per riflettere sull’importanza del «discernimento comunitario»: a ognuno di noi viene chiesto «un grande lavoro di creatività contro l’anestetizzazione della corresponsabilità sempre più prevalente» nelle nostre comunità. In questo discorso, «l’economo ricopre un ruolo decisivo – pastorale – perché possiede una visione globale senza la quale si potrebbero fare scelte prive di misura diocesana e di una programmazione a medio-lungo termine».
“Nel tempo della crisi, la Chiesa rimane un sistema di welfare fondamentale”
Il compito, difficile ma necessario, di illustrare la non positiva situazione delle offerte alla nostra Chiesa, è spettato a Massimo Monzio Compagnoni, responsabile del Servizio promozione Cei. «Viviamo – ha detto Compagnoni – nel tempo della crisi economico-sociale e demografica, del digitale che spesso porta a una cattiva informazione, della mancanza di punti di riferimento e di valori, della precarietà e dei ritmi frenetici». Siamo in un’epoca in cui «il 70% dei cattolici non conosce il meccanismo di sostentamento economico della Chiesa. Ciò dipende dall’essersi abituati, negli anni, a pensare che fosse ancora a tutti noto e di aver smesso di fare una corretta informazione. E il 45% dei praticanti non firma per l’8xmille», mentre si stima che «circa 800mila persone che hanno firmato per l’8xmille alla Chiesa, l’anno prossimo potrebbero scegliere lo Stato». A ciò si aggiunge che (dati 2023) «il 16 per cento degli italiani è praticante, ma fra questi un terzo assiste alla Messa via tv. I nostri fedeli, inoltre, sono sempre più anziani» (il 63 per cento è over 55). Nell’intera società «il desiderio di spiritualità è in aumento anche se spesso viene cercato altrove». I giovani, d’altra parte, alla nostra Chiesa «chiedono di essere accolti senza essere giudicati, e di essere ascoltati». Ma solo il 7 per cento degli italiani esprime un chiaro giudizio positivo nei confronti della Chiesa, mentre cresce l’indifferenza soprattutto da parte degli stessi giovani.
In conseguenza di tutto ciò, «l’8xmille è in calo costante negli ultimi anni» ma è necessario far capire alle persone – a partire dai cattolici – «che nel solo 2023 grazie a questo strumento sono stati finanziati 5mila interventi caritativi. Si tratta di un fondamentale sistema di welfare sussidiario rispetto allo Stato».
Che fare, quindi? Dal primo novembre al 15 dicembre le parrocchie iscrittesi al progetto “Uniti possiamo” diventano un centro privilegiato di promozione e raccolta delle offerte per il sostentamento dei sacerdoti. Poche le parrocchie iscritte negli anni, ma che hanno raccolto cifre consistenti, a dimostrazione che il progetto funziona. «È fondamentale parlarne di più nelle nostre comunità, convincere chi non firma per la Chiesa a farlo», sacerdoti e laici assieme. Occorre lavorare «sull’immagine della Chiesa, soprattutto attraverso la trasparenza e la comunicazione». Comunicazione di progetti e storie di vita, che di certo non mancano. Comunicare per «coinvolgere sempre più le persone rendendole consapevoli di ciò che possiamo fare»: donare alla Chiesa perché siamo parte di essa, «parte di qualcosa di decisivo» per tanti.
L’impegno concreto nelle diocesi
Ma la due giorni di Ferrara è stata soprattutto un’occasione di dialogo tra chi opere all’interno delle Curie per comunicare e promuovere il sostegno economico alla Chiesa Cattolica. Ieri economi, direttori degli Istituti diocesani sostentamento del clero, incaricati diocesani del Sovvenire e direttori degli Uffici Comunicazioni sociali si sono ritrovati attorno a un tavolo per ragionare insieme su questi aspetti. Tante le proposte emerse, a partire dagli incontri periodici su come viene investito l’8 per mille nelle Diocesi e su come comunicarlo, conferenze stampa su come vengono utilizzate le risorse e per raccontare il bilancio e la realizzazione di un bilancio di missione. Tutto nel segno della trasparenza, che paga, sempre