Cesena
Sperimentazione al depuratore Hera di Cesena per affrontare la siccità
Utilizzare le acque reflue depurate per irrigare e fertilizzare i campi, soddisfacendo fino al 70 per cento del fabbisogno idrico irriguo della regione Emilia-Romagna e riducendo di circa il 30 per cento anche i costi per i concimi. Queste stime rientrano tra i risultati del progetto VALUE CE IN (“VALorizzazione di acque refLUE e fanghi in ottica di economia CircolarE e simbiosi INdustriale”) coordinato da Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e con la partecipazione del Centro interdipartimentale di ricerca industriale “Fonti rinnovabili, ambiente, mare ed energia” dell’Università di Bologna.
La sperimentazione, durata circa due anni e che proseguirà nell’ambito di altri contesti progettuali, è stata eseguita presso il depuratore Hera di Cesena dove, in conformità con il Regolamento europeo n. 741 del giugno 2020 in tema di riutilizzo delle acque reflue, è stato realizzato un prototipo completamente automatizzato per il monitoraggio e il controllo in continuo della qualità degli effluenti secondari e terziari ai fini del loro successivo riutilizzo in un campo sperimentale con 66 piante di pesco e 54 piante di pomodoro da industria.
Il progetto sperimentale di recupero delle acque scaricate dal depuratore ha potuto contare su un budget totale di oltre un milione e 100mila euro, di cui quasi 800mila euro finanziati dalla Regione Emilia-Romagna e cofinanziato dal Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc). L’obiettivo è quello di migliorare la gestione delle acque depurate in ottica di economia circolare, nel nome della sostenibilità ambientale ed energetica.
Il progetto di ricerca è stato possibile grazie all’installazione di una centralina di controllo e di automazione particolarmente “smart”, in grado di gestire e ottimizzare il riuso delle acque trattate in funzione delle relative caratteristiche qualitative e delle esigenze idriche e nutrizionali delle singole colture in campo.
“I risultati ottenuti evidenziano l’applicabilità della filiera tecnologica, sviluppata in forma prototipale nell’ambito del progetto VALUE CE IN, a tutti gli impianti di depurazione per garantire una fonte idrica non convenzionale che sia sicura, economicamente conveniente e in grado di fornire elementi nutrienti alle colture, in linea con i nuovi indirizzi comunitari in vigore dal 2023”, sottolinea il coordinatore del progetto Luigi Petta.