Striscia di Gaza, bombardata casa cristiana vicino alla chiesa ortodossa. Diversi morti e feriti

Israele ieri sera avrebbe bombardato una casa situata nel terreno della chiesa greco-ortodossa di san Porfirio di Gaza, non distante dalla parrocchia latina della sacra Famiglia. Fonti locali, interpellate dal Sir, hanno riferito che l’attacco avrebbe fatto crollare un salone dove si erano rifugiati circa cinquanta cristiani.

Le fonti parlano di numerose vittime e feriti. Molte persone sarebbero ancora sotto le macerie. Si sta scavando per recuperarle. Le persone coinvolte sono tutte cristiane. La casa appartiene alla stessa chiesa ortodossa.

La notizia è arrivata anche alla parrocchia latina della Sacra Famiglia di Gaza e confermata al Sir da suor Nabila Saleh. Anche il ministero degli Interni del governo di Hamas riporta la notizia senza precisare il numero di morti e feriti. Testimoni hanno riferito che il raid israeliano sembrava avere come bersaglio un obiettivo vicino al luogo di culto. Il raid ha danneggiato la facciata della chiesa e fatto crollare un edificio adiacente. San Porfirio si trova nel quartiere storico della Vecchia Gaza, dove secondo la tradizione si trovano le reliquie di questo eremita e vescovo di Gaza del V secolo. Nelle vicinanze si trova l’ospedale cristiano al-Ahli, dove secondo Hamas, martedì sera un attacco missilistico ha ucciso centinaia di persone.

In un duro comunicato il Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme ha denunciato “il bombardamento israeliano che ha colpito una delle sue chiese a Gaza City”. Secondo un primo bilancio i morti sarebbero decine.

“Prendere di mira le chiese e le istituzioni affiliate, che forniscono rifugi per proteggere i cittadini innocenti, in particolare i bambini e le donne che hanno perso la casa a causa del bombardamento israeliano delle aree residenziali negli ultimi tredici giorni, costituisce un crimine di guerra che non può essere ignorato”. Il Patriarcato ribadisce che è determinato a continuare a svolgere il proprio dovere religioso e morale fornendo assistenza, sostegno e riparo alle persone che ne hanno bisogno, nonostante le continue richieste da parte israeliana di evacuare i civili e le pressioni esercitate sulle chiese a questo riguardo”. Il Patriarcato, conclude il testo, sottolinea che non rinuncerà al suo dovere religioso e umanitario derivante dai suoi valori cristiani e fornirà tutto il necessario sia in tempo di guerra che di pace”.

*** AGGIORNAMENTO DELLE 15,30 ***

“Questa mattina siamo rimasti sconvolti dalla notizia della morte della nostra collega Viola, 26 anni, uccisa insieme al marito e alla loro figlia neonata in un attacco aereo contro la chiesa ortodossa di San Porfirio a Gaza. Che possano riposare in pace. La chiesa offriva rifugio a circa 500 persone, tra cui 5 membri dello staff Caritas, insieme alle loro famiglie. Almeno 17 persone hanno perso la vita e altre sono ancora sotto le macerie”. È quanto si legge in una nota congiunta diffusa poco fa da Caritas Internationalis e Caritas Mona.

“Dal 7 ottobre, Israele – viene osservato – ha imposto un assedio totale agli oltre 2 milioni di cittadini di Gaza. Acqua, cibo ed elettricità sono stati tagliati, le medicine scarseggiano e i bombardamenti arbitrari si sono intensificati. Gaza si trova sotto blocco già da 16 anni. Metà della popolazione è composta da bambini e quasi due terzi sono rifugiati”.

Caritas Internationalis e Caritas Mona, conclude la nota, “condannano con forza il bombardamento arbitrario e deliberato di civili e infrastrutture civili. Ribadiamo l’invito a tutte le parti di cessare il fuoco, proteggere i civili, garantire un accesso umanitario immediato, sicuro e senza ostacoli e rispettare il diritto internazionale”.