Cesena
Su il sipario al Bonci, tra Didone e Mozart
Nel mese di settembre, il 10 e il 24, al Teatro “Bonci” di Cesena torna l’opera, grazie al Conservatorio “Maderna”, che cerca di riunire le fila di un discorso interrotto da tanti, troppi mesi. La pandemia ha colpito duramente il mondo dello spettacolo, il mondo della musica, in generale il mondo della cultura. I fondi sono pochi, sono sempre di meno, e una realtà piccola come quella del “Maderna”, considerato il più piccolo conservatorio d’Italia (ma con artisti di prima grandezza), cerca di confermare la sua presenza nella scena culturale cittadina.
Si inizierà venerdì 10 settembre (alle 21) con “Dido and Aeneas”. Nell’opera in tre atti, con la musica di Henry Purcell (1689) nell’edizione curata da Benjamin Britten e Imogen Holst (1959), assistiamo a una versione alquanto libera delle vicende immortali, narrate dal IV libro dell’“Eneide” di Virgilio, ovvero allo struggimento amoroso di Didone per Enea, alla necessità di Enea di abbandonare l’amata per conquistare l’Italia e un futuro per la sua stirpe, e al suicidio della regina di Cartagine. La vicenda narrata dal libretto di Nahum Tate è alquanto diversa dall’originale virgiliano, perché in questa versione non è Mercurio, il messaggero degli dèi, a informare Enea che deve abbandonare Didone, ma un folletto, che prende le sembianze del dio, inviato all’eroe troiano da un consesso di streghe. Come si intuisce, il fatto fa prendere alla vicenda una piega assai più oscura, in quanto la morte di Didone non viene inserita nel percorso provvidenziale che porterà alla nascita di Roma, ma è semplicemente il frutto di una congiura di malefiche fattucchiere. Dirigerà l’Orchestra del Conservatorio Gabriele Raspanti. Regia, Alfonso Antoniozzi; Maestro del coro, Gianfranco Placci; Maestri collaboratori al clavicembalo, Francesco Triossi e Franco Ugolini. Solisti e Coro provengono dal conservatorio cesenate, e l’allestimento, in forma semi-scenica (nell’impossibilità di allestire completamente l’opera, dati gli ingenti costi), deriva dal laboratorio a cura delle classi di canto lirico delle docenti Alda Caiello e Valeria Esposito.
Il connubio fra classicismo e modernità, già presente nel “Dido and Aeneas”, proseguirà venerdì 24 settembre (alle 21), con la serata “Mozart incontra Calvino. Per una lettura di Zaide”. La musica è del genio di Salisburgo, che iniziò a lavorare all’opera (o per essere più precisi al Singspiel, come vengono definite le opere liriche con libretto in lingua tedesca, in cui alle arie si alternano brani solo recitati) nel 1780, senza tuttavia riuscire mai a completarla. Il fatto che “Zaide” fosse incompleta attirò l’attenzione di Italo Calvino, che nel 1981, a duecento anni dalla composizione, diede un’interessante rilettura della vicenda, ispirata da un altro testo di un grande scrittore, cioè Voltaire con la sua “Zaira”: i protagonisti sono Zaide, fanciulla rinchiusa nel serraglio del sultano Solimano, e Gomatz, cristiano caduto in mano dei Turchi. I due, grazie all’aiuto di Allazim, servo fedele del sultano, riescono a fuggire; vengono però traditi, catturati e portati al cospetto del sultano Solimano che non intende concedere loro la grazia. Qui la vicenda si interrompe, e da qui inizia la riflessione di Italo Calvino, sul rapporto fra Oriente e Occidente, una lunghissima storia di fascino e paura, amore e odio, e che oggi, forse, acquisisce nuovi e ancora più suggestivi (o inquietanti) echi. Come per l’opera di Purcell, anche in questo caso si esibiscono solisti e orchestra del “Maderna” diretti da Gabriele Raspanti, mentre voce narrante e regia sono di Gabriele Marchesini.
Per informazioni: www.cesena.emiliaromagnateatro.com/