Dall'Italia
Telemedicina, al via un progetto di monitoraggio cardiologico da remoto per 6500 pazienti in Ausl Romagna
La digitalizzazione della sanità in Ausl Romagna inizia dal cuore. Con un contributo significativo del territorio, e in particolare di 16 club Rotary della Romagna. È stato presentato questa mattina Remotheart, il progetto di telemedicina applicata al monitoraggio e all’assistenza a domicilio di 6500 pazienti affetti di cardiopatia in tutta l’Ausl Romagna, finanziato anche come “global grant” (sovvenzione internazionale da parte della Rotary Foundation) per un totale di 78mila euro.
“È la prima realizzazione strutturale di una politica più generale dell’Ausl Romagna – spiega il direttore sanitario dell’Ausl Romagna Mattia Altini – che punta alla gestione della sanità a livello digitale”. Nello specifico, il progetto consiste “nella capacità di raccogliere le informazioni dei pazienti che hanno un device, un defibrillatore o un peacemaker – prosegue Altini – che ci consente attraverso un accordo con le aziende produttrice di raccogliere molte informazioni sullo stato di salute dei pazienti da far gestire in remoto dai nostri cardiologi in remoto, evitando ai pazienti di andare in ospedale o ricoveri impropri”.
Ma c’è di più: dalla raccolta dei dati, grazie a un algoritmo i dispositivi sono anche in grado di predire, per alcune patologie, con 40/60 giorni di anticipo un evento avverso nella condizione di salute dei pazienti. Potenzialmente sono quindi in grado di salvare vite.
Il progetto nasce da un’esperienza innovativa iniziata all’ospedale di Forlì nel 2019 grazie all’associazione cardiologica forlivese che ha messo a disposizione le risorse necessarie per assistere con il monitoraggio da remoto 650 assistiti in un anno. “Il controllo di questi dispositivi non è di natura medica o cardiologica – dice Alberto Bandini, cardiologo di Forlì –. Da qui l’idea di consegnare al paziente un trasmettitore che possa leggere i dati dei peacemaker o dei defibrillatori”, riducendo al tempo di una telefonata il controllo, con un risparmio economico e di salute notevole.
“In questo tempo di pandemia ci siamo accorti sempre più della necessità di de-ospedalizzare – ragiona ancora Altini –. È la traiettoria nazionale che stiamo seguendo anche qui in Romagna”. “Le motivazioni del progetto dal punto di vista sanitario sono evidenti – aggiunge il direttore generale Tiziano Carradori -. Mettiamo assieme tutta una serie di aspetti e potenzialità che danno una visione di sanità intelligente. Un progetto che inoltre valorizza le diversità: penso sia un’opportunità da non perdere”.
“Ognuno dei nostri club in questo tempo di pandemia ha sostenuto progetti importanti in ambito sanitario – aggiunge Patrizia Fanfaneti Ghetti, presidente del Rotary Club Rimini, capofila del progetto -. A un certo punto però ci siamo incontrati e ci siamo detti che sarebbe stato utile ideare invece un progetto unico, che avesse una visione”. Da qui è nato Remotheart.
“Come club del distretto 2072 quest’anno abbiamo fatto progetti per un milione e mezzo di euro soprattutto in ambito sanitario – quantifica il governatore Adriano Maestri -. Sommando quelli che i club hanno fatto l’anno scorso all’inizio dell’emergenza superiamo i 2milioni di euro, come una piccola fondazione bancaria La collaborazione tra club è stata la caratteristica della solidarietà dei nostri club in quest’anno di pandemia”. Insieme, si va lontano: anche nella solidarietà.
Il finanziamento è assicurato da 16 club delle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, in specifico: Ravenna, Forlì, Cesena, Lugo, Ravenna-Galla Placidia, Forlì Tre Valli, Faenza, Cervia-Cesenatico, Riccione-Cattolica, Valle del Rubicone, Cesena-Valle del Savio, Rimini Riviera, eclub Romagna, Cesenatico Mare, Riccione Perla Verde e dal club della Repubblica Argentina “Bahia Blanca del Norte”