Terme Sant’Agnese, i sindacati: “Il bene dell’azienda si ottiene attraverso l’ascolto e il dialogo”

Prosegue il botta e risposta a distanza fra sindacati e primo cittadino in merito allo stato di agitazione delle Terme di Sant’Agnese.

In una nuova nota congiunta Filcams Cgil Cesena, Fisascat Cisl Romagna e Uil Tucs Cesena rispondono a Baccini che “le lavoratrici e i lavoratori, tramite assemblee con votazioni a maggioranza e con la presenza della maggioranza dei dipendenti, hanno dato mandato a Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil per portare avanti con l’azienda un percorso volto a sanare queste situazioni potenzialmente illecite”.

“Nel merito del “mancato preavviso” per la comunicazione dello stato di agitazione – proseguono i sindacati –  forse il primo cittadino non sa che vi sono stati più incontri, l’ultimo in data 18 agosto 2022, in cui è stata reiterata la richiesta di risposte precise e puntuali per le quali non vi è stato riscontro. Dal momento che lo stato di agitazione è stato proclamato in data 20 settembre 2022, con decorrenza 21 settembre 2022, riteniamo che l’azienda abbia avuto tutto il tempo necessario per convocare le organizzazioni sindacali a un tavolo di concertazione”.

Per le tre sigle “merita una menzione a parte la sottile accusa per cui i sindacati avrebbero fatto tutto ciò in un periodo inopportuno, durante la campagna elettorale: dobbiamo pensare che oltre al silenzio elettorale, si dovrebbe applicare un periodo di silenzio dei diritti?”

Per quanto riguarda “l’evoluzione del mercato”, le organizzazioni sindacali si dicono “ben consce della difficoltà del settore termale e del suo andamento negli ultimi anni, ma tale situazione di difficoltà non può essere affrontata con la compressione o addirittura la soppressione dei diritti dei lavoratori, con la negazione al giusto riposo giornaliero e settimanale, con carichi di lavoro insopportabili o con una programmazione dell’attività lavorativa “alla giornata”. Nonostante ciò, le lavoratrici e i lavoratori sono stati in prima linea nell’aiuto all’azienda, firmando un ultimo accordo integrativo che veniva in grande aiuto all’azienda in termini di costi”.

I sindacati affermano infine che non intendono alzare “muri ideologici”, come detto dal sindaco, ma “difendere i diritti di tutte le lavoratrici e lavoratori che decidono di organizzarsi per avere condizioni di lavoro dignitose. Troviamo a dir poco preoccupante questa retorica per cui il bene delle persone passa attraverso il bene dell’azienda, soprattutto in un’azienda che è stata ampiamente supportata dalle lavoratrici e dai lavoratori, facendo sacrifici di non poco conto. Il bene dell’azienda si ottiene attraverso l’ascolto e il dialogo. Preferibilmente nei tavoli appositi, non tramite accuse infondate a mezzo stampa”.