Dal Mondo
Terremoto ad Haiti: “C’è bisogno di acqua, cibo, tende, medicinali, kit per l’igiene”
Ad Haiti sono salite ad oltre 1.400 le vittime del terremoto di magnitudo 7,2 che il 14 agosto ha colpito le zone del sud-ovest, con 6.900 feriti e 37.000 abitazioni distrutte finora conteggiate dalle stime ufficiali. I soccorritori cercano gli ultimi superstiti scavando con le mani tra le macerie, gli ospedali sono al collasso e manca tutto: cibo, acqua, ripari. I dipartimenti più colpiti sono Grande-Anse (diocesi di Jérémie), del Sud (diocesi di Les Cayes) e di Nippes (diocesi di Anse-à-Veau-Miragoane). Gli aiuti umanitari sono resi difficili dall’alto livello di insicurezza: il Paese più povero dell’America Latina è infatti oppresso da gang violente che compiono sequestri a scopo di estorsione e rapine e da una crisi politica complicata dall’assassinio, il 7 luglio scorso, del presidente Jovenel Moïse. Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza per un mese.
“La gente è devastata da tanta sofferenza – racconta Clara Zampaglione, operatrice di Caritas italiana ad Haiti -. Diverse agenzie umanitarie stanno inviando aiuti anche e personale sanitario perché l’urgenza maggiore sarà quella: gli ospedali locali stanno già collassando per la moltitudine di feriti. C’è bisogno di rinforzi. Servono acqua, cibo, tende, medicinali, kit per l’igiene”. A complicare la situazione è l’atteso arrivo della tempesta tropicale Grace, per la quale è stata emessa una allerta gialla. In alcuni territori sono già iniziate le piogge.
L’impegno delle Caritas in prima linea. Caritas italiana e tutte le Caritas nazionali presenti ad Haiti, coordinate da Caritas internationalis, sono presenti accanto a Caritas Haiti, impegnata sul campo a prestare i primi soccorsi, a valutare le entità dei danni e monitorare i bisogni. Ci sono forti danni a chiese, scuole, ospedali, hotel. Sono crollate la cattedrale di Les Cayes e quella di Jeremie, mentre era in corso una funzione religiosa. Il cardinale di Les Cayes monsignor Chibly Langlois è rimasto ferito ed è ora ricoverato in ospedale, un sacerdote è morto sotto le macerie. Anche i Petits frères Sainte Thérèse de l’enfant Jésus – che collaborano con Caritas italiana da anni – confermano la gravità della situazione. Per sostenere gli interventi di Caritas italiana, presente ad Haiti dal 2010: www.caritas.it.
Caritas Haiti, “i bisogni della popolazione sono immensi”. “L’intera rete di Caritas Haiti, specialmente il team di emergenza, sta partecipando alle operazioni di coordinamento e di aiuto nei tre dipartimenti colpiti”, informa padre Jean-Hervé François, direttore di Caritas Haiti. I bisogni della popolazione sono immensi. “Assistiamo con compassione e tristezza all’ennesimo disastro naturale che colpisce l’impoverita nazione di Haiti, dopo il tragico terremoto di 11 anni fa e i numerosi cicloni e sismi che da allora si sono succeduti”, afferma Aloysius John, segretario generale di Caritas internationalis. “Oggi, una manifestazione di solidarietà globale è più che mai necessaria per portare il sostegno necessario alle vittime di questa crisi”, aggiunge John.
Tra le tante organizzazioni presenti ad Haiti c’è l’ong italiana Avsi, che sta predisponendo un intervento di aiuto per garantire strutture di prima accoglienza alle famiglie che hanno perso la casa, distribuzione immediata di cibo, fornitura di acqua e distribuzione di kit igienici per scongiurare la diffusione di malattie. Save the children sta verificando le maggiori necessità nelle aree interessate: “L’ulteriore perdita di vite e la distruzione di queste ore è straziante in un Paese già in grave difficoltà – ha dichiarato Leila Bourahla, direttrice di Save the children ad Haiti -.I nostri operatori sul campo nelle aree colpite segnalano migliaia di bambini e famiglie che dormono all’aperto perché le loro case sono andate distrutte o temono per le scosse di assestamento. Sono esposti al rischio di violenze o abusi e l’allestimento di ripari sicuri è la necessità più urgente. C’è anche bisogno immediato di cibo e acqua potabile per evitare il rischio di malattie”. “In questo momento – prosegue – stiamo utilizzando le nostre scorte di emergenza per fornire assistenza immediata a 250 famiglie colpite. Stiamo distribuendo aiuti di base e kit per bambini alle famiglie e stiamo predisponendo interventi di sostegno economico, protezione dei bambini e allestimento di spazi educativi sicuri, salute e nutrizione e supporto psicosociale”.
Il sostegno della Chiesa latinoamericana. Intanto la Chiesa latinoamericana e dei Caraibi, attraverso il Consiglio episcopale (Celam) e altre quattro istituzioni ecclesiali del continente – la Caritas, la Confederazione dei religiosi (Clar), la rete Clamor che si occupa dei migranti e dei rifugiati e la Commissione interamericana per l’educazione cattolica (Cies) hanno espresso la propria vicinanza e solidarietà al popolo e alla Chiesa haitiana. Le cinque organizzazioni ecclesiali chiedono solidarietà “in quest’ora di incertezza e di afflizione”, e chiedono alle “nazioni latinoamericane e caraibiche e ad altre istituzioni e organizzazioni di tutto il mondo, di unirsi a questa causa per Haiti”.