Dalla Chiesa
“The Economy of Francesco”, i giovani scrivono al Papa: “Non ci fermiamo, arrivederci al 21 novembre”
“Noi non ci fermiamo. La crisi internazionale dovuta al Coronavirus mostra ancora una volta come tutto sia interconnesso”. È quanto scrivono i giovani “economisti” al Papa, nel giorno in cui avrebbero dovuto incontrarlo ad Assisi per “The economy of Francesco”, evento che si è dovuto rimandare a novembre per l’emergenza globale causata dal Coronavirus.
“Avresti conosciuto il lavoro di noi giovani che abbiamo risposto con generosità ed entusiasmo al tuo appello”, si legge nella lettera, diffusa dal responsabile della struttura informativa, padre Enzo Fortunato, direttore della Sala stampa del Sacro Convento di Assisi. “Avresti ascoltato le nostre storie di cambiamento: Diego e il suo eco-villaggio in Brasile, Samer dal Libano che ha inventato una piattaforma per il lavoro senza barriere, Andrea il giovane economista con il ‘cuore da medico’. E ancora, fra gli altri, avresti ascoltato la sfida del micro-credito di Myriam in Uganda, l’azera Turkan che fa ricerca sui temi della disparità di genere e Lilly, la giovanissima attivista thailandese che si batte contro la plastica. Avremmo ascoltato le tue parole per poi condividere insieme un patto sulla Tomba di San Francesco”.
“Alla luce di questa esperienza drammatica, l’appuntamento che ci hai dato appare ancora più urgente e profetico”, sostengono i giovani firmatari, che rappresentano 2mila loro coetanei diffusi in 5 continenti: “Da parte nostra, moltiplicheremo l’impegno, integreremo i temi, organizzeremo eventi ed incontri nelle forme possibili, coinvolgeremo altre voci e sensibilità. Incontrarsi sarà ancora più bello, per noi e per il mondo che ora più di ieri attende una economia diversa, a misura d’uomo. Arrivederci ad Assisi il 21 novembre”.