Tornano in festa

Già un anno è passato, come soffio, dalla scorsa festa di Tornano. Ultimo lembo della Diocesi, ha fatto altalena nei secoli con il Montefeltro. Domani, domenica 1 agosto, alle 17, si celebrerà la Messa all’aperto e il rinfresco secondo le norme Covid.

Seppur un puntino nell’universo, a Tornàno sei al centro del mondo: il borgo ha un suo fascino che riecheggia un sapore antico, panorami incantati, manciate di casette che si intravedono qua e là, fino a scrutare le città sottostanti e il mare. Un borgo che ancora vive grazie ad Agata, Tonino, Lucio e alla presenza costante del parroco don Maurizio. Già in età romana la gente aveva scelto di abitare a Tornano. Poi è arrivato l’esodo: dentro le vuote case o ai ruderi sono rimasti imprigionate gioie, amori, fatiche, drammi della vita. Questa gente che si è trasferita andando a cercare fortuna in una vita nuova, diversa, ha mantenuto in genere un forte attaccamento alla proprie radici. Da Tornano i più si sono trasferiti giù nel Riminese, qualcuno anche a Cesena; sebbene sia del Comune di Mercato, la parlata e la mentalità risultano far parte della Valle dell’Uso, come estrema propaggine. Il nome deriva da: Torno, Torni, Tornium equivalente a collina toneggiante. Deriva anche da tornio, utensile ben noto a tutti. Della Pieve di Sant’Ilario si parla nella bolla di Papa Onorio del 1125, dove è menzionata come “S. Hilari”. La Pieve antica, ora casa privata sul monte sovrastante Tornano, venne abbandonata intorno dal XVIII secolo e divenne pieve la chiesa di San Donato dentro le mura.

Nel 1507 la rocca di Tornano fu testimone di un delitto. Qui il conte di Sogliano, il famoso Ramberto Malatesta, personaggio inquieto e violento, uccise a pugnalate la moglie Maria Zoagli, parente dell’allora Pontefice Giulio II, il quale spogliò Ramberto del vicariato di Sogliano. Esiliato a Pisa, riuscì a tornare, lasciando poi ai figli il patrimonio e il figlio Leonida ereditò i castelli di Tornano e Serra.Nel 1779 il pievanato di Tornano era ancora punto di riferimento politico e religioso per un ampio territorio che si portava dalla valle del Marecchia a quella del Savio. Facevano capo al pievanato di Tornano le parrocchie di Serra, Perticara, Savignano di Rigo, Maiano, Ugrigno, Montepetra e Rontagnano. Fa sorridere e un po’ stupire che il Tornano che conosciamo oggi, minuscola parrocchietta dispersa, avesse un così grande potere.