Cesena
Tra realtà e immaginazione
Il pomeriggio del secondo giorno della festa di Radio Tre a Cesena inizia alle ore 16 in un “Bonci” già pieno in platea e nei primi tre ordini di palchi. È ancora “Fahrenheit”, il programma sui libri nato nel 1999, ad aprire le danze. Con la conduzione di Loredana Lipperini, intervengono due scrittori, Emanuele Trevi e Wu Ming 4 (fa parte del collettivo di scrittori Wu Ming, all’anagrafe è il ravennate Federico Guglielmi), per ragionare del principale filo conduttore della festa cesenate, ovvero il dialogo, possibile o impossibile, fra realtà e immaginazione. In particolare, dato che Guglielmi ha pubblicato molti saggi su J. R. R. Tolkien, il punto di partenza è dato dal “Signore degli anelli”, romanzo epico (più che fantasy, come solitamente si scrive) dato alla luce a metà degli Anni Cinquanta del XX secolo, quando la strada del romanzo sembrava portare in tutt’altra direzione, verso il puro realismo senza alcuna concessione alla fantasia. In realtà le cose sono ben più complesse, perché la fantasia di Tolkien nasce dalla realtà, dalla brutalità della Grande guerra e dallo choc emotivo, nel 1939, di ritrovarsi in un’altra guerra mondiale, quando si pensava che dopo un conflitto di quella portata il mondo avrebbe conosciuto solo la pace. Il potere, nell’opera di Tolkien, corrompe irrimediabilmente: non c’è modo di usare l’Unico Anello, quello forgiato dall’Oscuro Signore, neanche la persona migliore potrebbe resistere alla sua seduzione. L’unica vittoria è nella rinuncia, l’unico potere è il non servirsi del potere, ma mettersi al servizio dei più deboli. Non a caso il messaggio – anche se l’autore odiava le allegorie – è profondamente cristiano, e non poteva essere diversamente. Tolkien era cattolico, figlio di una anglicana che s’era convertita al cattolicesimo e perciò era stata ripudiata dalla sua famiglia, e tutta la sua opera viene percorsa da un fiume carsico che è la teologia cristiana, e cattolica in particolare. Inevitabile fare un confronto con l’opera di George Martin, “Game of thrones”, che nella sua versione televisiva è da poco terminata, mentre nella versione cartacea ancora non è stata compiuta dall’autore. Trevi non ha dubbi: «Il mondo di Martin non è quello dell’epica, ma è quello della guerra rinascimentale, Machiavelli è il suo autore. Non è un caso che l’eroe di Tolkien, Aragorn, trionfi, e quello di Martin, Ned Stark, venga sconfitto». Dal romanzo alla poesia: Trevi ha ragionato sull’oltranza verbale dei poeti del XX secolo, Paul Celan e Amelia Rosselli in particolare, affermando che quando si leggono le opere di questi autori, la stessa immaginazione del lettore è messa a dura prova, perché spingono la possibilità espressiva di una lingua ai suoi estremi limiti.
Radio3 Scienza
Dal mondo della letteratura alla scienza, dagli animali ai robot. Per “Radio3 Scienza” Marco Motta e Rossella Panarese hanno presentato le ricerche di Cecilia Laschi, che si è ispirata ai polpi per la costruzione di un robot adatto a studiare il mare, e i fondali marini in particolare, sia per trovare le microplastiche, sia per rimuoverle. Il compito è arduo e il cammino è appena iniziato, ma il progetto va avanti. Accanto a lei, sul palco del “Bonci” che intanto si riempiva sempre più, Ferdinando Boero, uno dei massimi studiosi mondiali di meduse. «Come puoi definire un corpo che da 650 milioni di anni non ha mai avuto la necessità di cambiare? Solo perfetto. Le meduse sono così, semplicemente perfette. Se Dio ha creato l’animale perfetto a sua immagine e somiglianza, Dio è una medusa». Boero critica chi si sofferma solo sugli animali più grandi e “belli”, perché ci sono tanti animali importantissimi che vengono trascurati. Ben pochi conoscono i copepodi, eppure la vita in mare non esisterebbe senza di loro. Sono organismi piccolissimi, gli “erbivori” del mondo marino: tutti i carnivori, che quando nascono sono piccoli, si nutrono di loro prima di passare a prede più ambiziose. Senza i copepodi, dunque, non ci potrebbe essere la vita nei mari. Insieme a un simpatico quiz per alcuni volontari, in premio tre libri dello zoologo, si è quindi potuto fare chiarezza su un mondo nascosto, che copre la maggior parte del nostro pianeta, e di cui sappiamo ancora così poco. È meglio documentata la superficie della luna delle profondità dei nostri mari.
Filo rosso
Quinto appuntamento col “Filo rosso”, sempre sull’onda del design e di Leonardo. Enrico Morteo ha raccontato come dagli esperimenti di Leonardo per permettere all’uomo di respirare sott’acqua si sia giunti alle maschere da sub, quelle in uso oggi in tutto il mondo, o alle pinne, anch’esse un brevetto mondiale italiano. In Italia, all’Isola d’Elba, nel 1948, ebbe luogo la prima scuola sub al mondo. Non è quindi stupefacente, o forse lo è, che anche in questo campo l’inventiva italiana abbia avuto la meglio su tante altre nazioni più di noi legate all’immersione nei mari.
Capitalismo magico
Teatro “Bonci” ormai gremito fino al loggione per lo spettacolo teatrale, con “Capitalismo magico”, un testo scritto da Nicola Borghesi e recitato da Borghesi insieme a Lodovico Guenzi, oggi molto popolare con la band “Lo stato sociale”. Entrambi, amici da molti anni, formano la compagnia “Kepler-452”. Il recital, inframmezzato da interventi musicali dello stesso Guenzi, nasce da esperienze di vita vissuta, incontri incentrati nel mondo dei treni, delle ferrovie, delle stazioni. Come ha sottolineato lo stesso Guenzi, non avendo lui la patente di guida e non amando viaggiare in aereo, il treno è il suo principale mezzo di trasporto. Scene di vita vissuta, incontri più o meno sgraditi, fino ad un incontro “letterario” in stazione, nell’attesa che il treno, come sempre in ritardo, arrivi. Il libro prescelto è “Gli sdraiati” di Michele Serra, e l’opera del giornalista e scrittore viene demolita, riga dopo riga, pagina dopo pagina, finché Guenzi esplode in un vero e proprio atto d’accusa verso l’autore, accusato di essere tutto ciò che ha portato allo sfacelo la Sinistra italiana. Serra si compiace di raccogliere l’uva nelle Langhe, critica il figlio che sta sempre attaccato ad una «ricetrasmittente di dodicesima generazione» (che sarebbe il telefonino), e – secondo l’autore del testo – non si rende conto di giocare a fare il contadino, svilendo così l’opera di chi davvero vive insieme alla natura. La cosa interessante è che dopo questo sfogo, rivolto verso uno dei personaggi più in vista della cultura di sinistra, è esploso un applauso fragoroso da parte del pubblico, un applauso che solo in parte lodava l’intensità di Guenzi mentre recitava, ed appariva soprattutto come apprezzamento di un tipo di cultura ormai ritenuta superata. Molto interessante, sospeso fra poeticità e ironia, il monologo di Borghesi sull’incontro con un barbone nella stazione di Tiburtina, per l’efficacia con cui è reso il disagio nell’aprirsi a un altro, e il senso di colpa per una vita infelice, pur non avendo nessuna responsabilità per quella vita disagiata.
Al “Verdi”, dopo il sesto “Filo rosso” è stata la volta di un dialogo fra Davide Gnola, direttore del Museo della marineria di Cesenatico, e lo storico Vittorio Marchis sul passaggio di Leonardo in Romagna, nel 1502, al servizio del duca Valentino. Successivamente, sempre al “Verdi”, concerto del gruppo “Ladyvette” (swing, jazz, pop), in attesa, alle 21,30, al “Bonci” dello spettacolo di Alessandro Bergonzoni.
Info: www.radio3.rai.it