Tutela dei minori: monsignor Ghizzoni (Cei), “costituita rete su tutto il territorio nazionale. In ogni diocesi un centro d’ascolto. Prosegue impegno di formazione”

Formazione, informazione, prevenzione, ascolto, contrasto, collaborazione con le autorità civili. Sono queste, per monsignor Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo di Ravenna-Cervia e presidente del Servizio nazionale della Cei per la tutela dei minori, le parole d’ordine per affrontare il fenomeno della pedofilia e degli abusi su minori e persone vulnerabili. Il presule ieri è intervenuto al dibattito in live streaming promosso dal Telefono azzurro, in occasione della Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia, e ha fatto il punto sull’impegno della Chiesa in materia: dal “cambiamento di mentalità” alla costituzione di una rete su tutto il territorio nazionale per prevenire e contrastare il fenomeno. “Da una prima fase nella quale l’abuso dei minori veniva tenuto sotto silenzio o comunque ridimensionato e le vittime non ricevevano un grande ascolto – ha esordito – siamo passati a una presa di coscienza e abbiamo cominciato a stabilire e rafforzare norme canoniche per reagire e reprimere questo reato. Ci siamo accorti che il solo sistema repressivo non poteva bastare e che era importantissimo creare strumenti di prevenzione”.

Il primo passo è stato l’approvazione e la promulgazione lo scorso giugno di nuove “Linee guida per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili” e la creazione di un “Servizio nazionale composto da esperti, religiosi e laici, uomini e donne”. A seguire, una struttura regionale nelle 16 regioni ecclesiastiche italiane: ogni regione ha nominato un vescovo e un coordinatore regionale. Ogni diocesi un referente che deve appoggiare il vescovo “nell’impegno di formazione, informazione e prevenzione”. I 16 coordinatori regionali – 11 presbiteri e 5 donne – “hanno il compito di formare i referenti diocesani e sostenere il lavoro di formazione in rete e in tutti i settori della pastorale: bambini, ragazzi, giovani, famiglie. Occorre formare tutti gli operatori: preti, diaconi, educatori, catechisti, animatori dei gruppi, associazioni e movimenti”. Nelle prossime settimane verranno diffusi a questo fine dei sussidi. In ogni diocesi “il referente deve formarsi una sua piccola équipe di esperti – e in gran parte è già avvenuto – con psicologi, educatori, studiosi di diritto canonico e di diritto civile, esperti di comunicazione e del mondo dei consultori familiari, con la quale impegnarsi nel lavoro di formazione ma anche di ascolto delle vittime”.

A questo fine, ha proseguito il vescovo, in ogni diocesi è stato istituito un centro di tutela dei minori e delle persone vulnerabili, chiedendo di individuare una figura particolarmente preparata per accogliere e ascoltare – con un numero di telefono o un’e-mail e/o un luogo riservato – vittime che vogliano sporgere denunce o persone che vogliano fare segnalazioni o chiedere informazioni. “Dal centro di ascolto partirà la procedura per un eventuale avvio del processo canonico – ha precisato -, ma abbiamo anche chiesto a tutti i vescovi di collaborare con l’autorità civile perché gli abusatori devono essere bloccati”. Ora il Coronavirus ha per il momento sospeso gli incontri di formazione programmati a livello nazionale al nord, al centro e al sud con gli oltre 200 referenti diocesani, che riprenderanno il prima possibile. “Nostra intenzione – ha concluso Ghizzoni – è creare un collegamento con la magistratura e con le altre forze della società che hanno ruolo di formazione e prevenzione”.

Sul Corriere Cesenate in edicola da domani i lettori troveranno una pagina dedicata al servizio diocesano per la tutela dei minori.