Ucraina. Il generale Magnani: “La guerra fredda ha avuto dei costi, ma è costata molto meno di una guerra vera”

Cosa può succedere ora nella guerra tra Russia e Ucraina? Lo abbiamo chiesto a uno che di questioni militari si è interessato per lungo tempo. Il generale dell’aeronautica, ora in pensione, Amedeo Magnani, cesenate, che per alcuni anni dal 2014 al 2017 ha frequentato l’Osce, a Vienna, quando era impegnato nell’ambasciata italiana. L’intervista è a pagina 10 sull’edizione cartacea in edicola da oggi. 

«I russi – dice Magnani – si sono sempre confrontati con maggiore favore all’Osce (l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, appunto perché ha la sede a Vienna, che non all’Onu che ha sede negli Stati Uniti». Per Magnani già nel 2014 anche con la presa della Crimea e del Donbass «avevo la sensazione che per la Russia non sarebbe finita lì. Andai più volte in missione in quelle terre e toccai con mano che la situazione era complicata. A quei tempi se ne parlò poco e si è sperato che la Russia si accontentasse. Francamente non ci ho mai creduto».

Magnani ricostruisce un po’ di storia recente. «Dopo la caduta del muro di Berlino, la Nato si è allargata a est. Vennero lasciate la Finlandia e l’Ucraina un po’ come cuscinetto. Letto oggi, forse fu uno sbaglio. Forse si sarebbe potuti avanzare ancora. La Russia in quegli anni era molto debole, ma le si volle dare un’uscita onorevole», senza umiliazioni». «A quei tempi – aggiunge Magnani – fu fatta la scelta giusta».

«Ma l’orso russo – dice l’ex generale – non è mai andato in letargo. Ha continuato ad armarsi, anche con ordigni nucleari. Dall’altra parte l’Unione europea ha pensato che la Russia potesse essere un partner al pari di un altro Paese occidentale. Ma la realtà ha dimostrato che non la si può trattare così. Dopo l’incidente nucleare in Giappone, a Fukushima, si intraprese la strada del gas russo. Fu un errore. Ora, per quella scelta, siamo ricattabili».Adesso, dove ha fallito la politica, arriva la guerra, come diceva il generale prussiano Carl von Clausewitz, ricorda Magnani.

«Cosa può accadere ora? – prosegue Magnani -. La Russia, ormai appare chiaro, ha sottostimato l’azione contro l’Ucraina. Non ha messo in campo un apparato logistico adeguato. È probabile che pensasse che la Nato non intervenisse. Sì, perché in Ucraina in questo momento ci sono armi e uomini che stanno dando una grossa mano all’Ucraina. In ogni caso è certo che Putin sta trovando difficoltà».

Lo fa per prendere tempo in attesa dei rifornimenti o davvero vuole retrocedere sul Donbass e fare un’unica linea fino alla Crimea? Questo non è dato saperlo con esattezza, dice Magnani.

«A mio avviso Putin pensava davvero di prendere l’Ucraina in tre giorni. Trovo assurdo chi sostiene, anche in Italia, le ragioni del presidente russo. Ha distrutto una nazione. Non posso sentire certe affermazioni. Non le capisco».

E allora, che fare? «Occorre sedersi a un tavolo – chiarisce Magnani – per le trattative. Ma se l’orso russo ha mostrato le zanne, l’Occidente deve fare vedere la sua forza politica e anche quella militare. La guerra fredda ha avuto dei costi, è vero, ma è costata molto meno di una guerra vera. Per 40 anni non si è sparato un solo colpo in Europa. La dico con una battuta: se vuoi la pace, prepara la guerra. Che tradotto significa: bisogna dialogare ad armi pari. Bisogna, purtroppo, investire anche in armamenti. Altrimenti gli altri si impongono. Il troppo pacifismo non aiuterà i bambini ucraini. Putin non si convince con un mazzo di fiori o con una scatola di cioccolatini».