Dall'Italia
Un anno fa le “anime nel fango”, le storie in un libro per non dimenticare
A un anno dall’alluvione che ha colpito la Romagna, parliamo con Luca Giacomoni in merito al suo libro “Anime nel fango. L’alluvione in Romagna. Storie vere dall’Apocalisse. Per non dimenticare” edito da SunShine. Dalle pagine traspare un messaggio di speranza e alla pubblicazione è legato un progetto di solidarietà.
Giacomoni, è la sua prima fatica letteraria?
Sono un ingegnere meccanico che ha sempre lavorato nell’industria delle automobili. Durante il Covid ho deciso di scrivere il mio primo libro, a cui è poi seguito “Anime nel fango”. Sono di San Marino, ma nei giorni dell’alluvione ero a Cesena e l’ho vissuta direttamente, partecipando alla tragedia con gli amici.
Come è nato il libro?
Ho voluto raccontare le storie delle persone. L’obiettivo era mettere in evidenza le emozioni della gente piuttosto che la tragedia della storia. Per quanto riguarda le fotografie presenti nella pubblicazione, ho avuto la possibilità di collaborare con fotografi professionisti, ma ho preferito pubblicare le foto delle persone coinvolte, di amici e mie, rendendo il libro molto più personale. Le storie sono state raccolte tutte a Cesena, Forlì, Faenza, nella zona di Oriola, Campiano e Predappio. Mi interessava indagare le grandi città colpite dall’alluvione, le colline martoriate dalle frane e anche la pianura dove l’acqua ha ristagnato. Le anime nel fango, che danno il titolo al libro, sono le persone arrivate da tutta Italia per spalare, aiutare e portare anche solo un sorriso o una parola di sostegno a chi ne aveva bisogno. Tutte le storie scelte si chiudono con un messaggio di positività. Ci si sente sollevati quando si finisce di leggere il volume perché quello che volevo trasmettere era un senso di solidarietà.
Il libro ha avuto successo?
Il successo della pubblicazione è stato grande, tanto da uscire con una seconda edizione di 308 pagine e 169 foto a colori. Tutto è stato possibile grazie al passaparola tra amici, ma anche grazie alla stampa che ha dato spazio ad “Anime nel fango” e alla diffusione sui social network. Il libro è stato prima presentato ai capitani reggenti di San Marino e poi il 15 settembre scorso a Forlì con più di 200 persone. La notizia della pubblicazione da lì si è sparsa sempre di più. Credo che il progetto sia stato accolto in modo positivo anche perché non cerca di cavalcare la tragedia e non sono presenti polemiche.
C’è un progetto di beneficenza collegato?
Sì, il progetto è chiamato come il libro, Anime nel fango, ed è a favore degli alluvionati. I soldi ricavati sono tutti destinati a loro e sono tracciabili. Si tratta di un semplice gesto di solidarietà verso le persone che hanno perso tanto. Il progetto di raccolta fondi si articola nelle vendite del libro e in un docufilm.
Ci parli del docufilm.
Dopo la raccolta delle prime storie sull’alluvione già pensavo alla possibilità di realizzare un film, però facendo l’ingegnere non sapevo bene come muovermi. A Ravenna, durante una presentazione del libro, fra il pubblico c’era Ettore Zito che è un regista. Il giorno dopo mi disse che era incuriosito dal progetto e disposto a lavorare con me per raccontare le storie e la solidarietà di quei giorni. Il docufilm è stato mostrato prima a San Marino, alla presenza dei capi di Stato e del segretario di Stato e a Faenza con entrambe le sale sold out, ad oggi abbiamo organizzato 20 proiezioni. Sia il libro sia il film sono stati presentati a Montecitorio, a Roma. Il primo nell’aula Matteotti, il secondo in quella dei Gruppi parlamentari. Il documentario ha anche ricevuto la menzione d’onore all’Italia Green Festival di Roma.
Ci sono altre iniziative in cantiere per continuare a promuovere il progetto?
Stiamo organizzando tante proiezioni in diverse località della Romagna. Domenica prossima, al Parco urbano di Forlì, ci sarà una proiezione gratuita del docufilm. Abbiamo organizzato anche quattro incontri pubblici in quattro città dove illustreremo l’iniziativa di beneficenza. Durante queste occasioni vorremo consegnare carta e penna ai presenti per ricevere suggerimenti su come impiegare i fondi raccolti, così da venire a conoscenza di realtà che magari non conosciamo. In futuro ci piacerebbe portare “Anime nel fango” nelle scuole per un progetto di sensibilizzazione dedicato ai più giovani. Inoltre, stiamo pensando di creare una versione in inglese del documentario per poterlo distribuire all’estero.