Un gruppo senza paragoni al “Bonci” di Cesena

La recensione, per una volta, potrebbe essere brevissima: questi interpreti sono dei mostri. Di bravura, s’intende. Gli “Oblivion” festeggiano dieci anni di attività con uno spettacolo che passa in rassegna il meglio della loro produzione, e per la prima volta giungono al “Bonci”, martedì 21 e mercoledì 22.

Se vogliamo entrare nel dettaglio e lasciare stare l’enfasi di chi si è spellato le mani ascoltandoli, possiamo dire che ciò che gli Oblivion (Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli) fanno è molto simile a quello che il Quartetto Cetra faceva tanti anni fa. La ripresa di canzoni famose in contesti totalmente “altri” rispetto al punto di partenza, come le canzoni di Morandi immaginate nell’interpretazione di Freddy Mercury, o una storia del rock in appena cinque minuti.

La cosa sorprendente è che l’estrema perizia tecnica degli interpreti come cantanti si unisce ad una eccezionale vivacità attoriale: tutti e cinque recitano con la stessa energia e intensità con cui cantano, e dato che cantano benissimo, si comprende la qualità della recitazione. Lo spettacolo dura 90 minuti circa, ma per lo spettatore è come se fossero passati dieci minuti, tanto è il desiderio che l’esibizione prosegua, che altre trovate vengano squadernate sul palcoscenico, che altre canzoni vengano intonate, nel modo irriverente e intelligente tipico degli Oblivion. Lo spettacolo inizia con “I promessi sposi in dieci minuti”, il brano che maggiormente ha dato popolarità al gruppo (se si va a vedere sul loro canale Youtube il video ora ha più di sette milioni di visualizzazioni), e che suscita risate di cuore nel pubblico; si passa poi ad altri estratti da brani del passato, come il medley su William Shakespeare, però tutti rielaborati e rinnovati per l’occasione.

Lo spettacolo, per la regia di Giorgio Gallione, è forse l’esempio maggiore di ciò che in questo momento può aiutare lo spettatore: un divertimento intelligente, un respiro libero nel divertente mondo della musica, alta o bassa che sia, che grazie a degli interpreti (e artefici, perché il gruppo è artefice dei suoi spettacoli) di qualità straordinaria permette alle persone di guardare al futuro con un po’ più di serenità. Non è poco, come hanno riconosciuto i tanti spettatori che martedì sera alla fine dello spettacolo si sono alzati in piedi in un tributo ad un gruppo fuori dal comune.