Dalla Chiesa
Un piatto ricco di diversi santi
Un piatto ricco di santi… mi ci ficco.
Mi perdonerete l’ardire di aver usato una battuta da un film comico per aprire l’articolo di oggi, 19 ottobre, ma siccome sul piatto c’è tanto… che mi sono preso la libertà.
Santi Jean de Brèbeuf, Isaac Jogues, Jean de La Lande, Renèe Goupil, Gabriel la Lemant, Antoine Daniel, Charle Garnier, Noel Chabanel sacerdoti e laici della Compagnia di Gesù, uccisi nel 1650 circa in Canada, Quebec, Ontario ecc… in odium fidei, in luoghi diversi e in date diverse. Dopo molte fatiche compiute nella missione per annunciare il Vangelo di Cristo alle popolazioni pagane di queste regioni del Canada, da tribù diverse di Uroni, Irochesi e altri Pellerossa. Uniti e onorati in un solo giorno. Ho voluti trascrivere i loro nomi nella loro lingua madre.
San Paolo della Croce, sacerdote italiano, al secolo Paolo Francesco Danei. Promotore e fondatore della Congregazione dei Chierici Regolari della Croce e della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo detti anche Passionisti e del ramo femminile delle monache claustrali Passioniste. Fin dalla giovinezza rifulse per spirito di penitenza e zelo e, mosso da singolare carità verso Cristo crocifisso contemplato nel volto dei poveri e dei malati. La devozione alla Croce, la passione per Dio e la pratica delle virtù di vita cristiana sono le caratteristiche principali della sua spiritualità. Sua preoccupazione e “spina nel fianco” era far comprendere la Passione di Gesù “come la più grande e stupenda opera del divino Amore”. I numerosi miracoli attribuitigli mostrano che san Paolo della Croce godeva dei favori celesti di Dio e di Maria Addolorata. Tra gli altri santi passionisti vi segnalo: san Gabriele dell’Addolorata, santa Gemma Galgani, san Vincenzo Maria Strambi, beato Pio Campidelli (sepolto a san Vito, Rimini, vicino a noi) e santa Maria Goretti, pur non essendo religiosa passionista, ma è stata inserita nel loro santorale.
San Pietro d’Alcàntara, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori
Juan de Garavito y Vileva de Sanabria nacque in Spagna, nella città di Alcantara nella zona della Estremadura, a una decina di chilometri dal confine con il Portogallo. Figlio del governatore della città nativa, e di Maria Villeva, una famiglia nobile, religiosa e pia. Durante gli studi giovanili iniziò a pensare seriamente al futuro della sua vita. Il Signore gli ispirò di seguire la vocazione dei frati di san Francesco di Assisi. Entrato in convento, come di solito al neofita viene dato, oltre il vestito nuovo, un nuovo nome: Pedro (Pietro). Il Signore fu generoso con fra Pedro donandogli con l’unzione sacerdotale il consiglio e vita intensa di preghiera e severa penitenza e austerità. Il ramo francescano in cui entrò perdeva giorno dopo giorno la sua eroica virtù. Pedro si prese a cuore e mise mano alle Costituzioni e vennero da lui rinnovate con la riforma della disciplina dei Membri di più Stretta Osservanza. Coloro che seguirono più da vicino l’esempio di fra Pedro presero il soprannome di Alcantarini. Fu consigliere di Teresa d’Avila nel redigere la riforma dei Carmelitani Scalzi. Furono tante le riforme francescane: Alcantarini, Scalzi, Recolletti, Zoccolanti, Amadeiti, Guadalupensi, Clareni e Minori che vennero riunite in una sola famiglia francescana da papa Leone XIII il 4 ottobre del 1897, con la bolla felicitate quidam. Morì esausto il 18 ottobre 1562 e fu canonizzato il 28 aprile del 1669. Per poter festeggiare san Pietro d’Alcàtara, spostarono il giorno della festa al 19 ottobre.