Una canonica trasformata in Museo

Una canonica trasformata in museo. Così si potrebbe sintetizzare la grande opera di recupero e di valorizzazione compiuta a Bagno di Romagna da monsignor Alfiero Rossi (per tutti don Alfio) realizzata durante i lavori di ristrutturazione della casa parrocchiale che si sono conclusi nel marzo dello scorso anno.

Ora in ogni stanza della grande e accogliente abitazione sono ospitate numerose opere d’arte, frutto di un intenso lavoro di ricerca compiuto da subito dopo la sua ordinazione presbiterale avvenuta il 29 giugno 1965 fino a oggi. “Sono un autodidatta in materia d’arte – ammette il sacerdote -. In questo lungo impegno ci ho messo tanta passione, sacrificio e amore”.

Con un amico di Firenze che vuole rimanere in incognito, don Alfio ha dato vita a una fondazione a cui ha intestato tutto il patrimonio.Abbatia nullius balneensis , questo il nome registrato dal notaio, “per essere subito riconoscibili”, aggiunge il parroco. Fino alla sua morte, il presidente per statuto sarà lui stesso. Poi gli subentrerà il vescovo protempore di Cesena-Sarsina o altrapersona da lui delegata. “A una condizione – precisa il prete di Bagno -: che le opere non si possono né vendere nè trasferire, se non perprestiti relativi a esposizioni”.

Chiara l’intenzione di don Alfio che ha voluto in tal modo lasciare in eredità alla comunità di Bagno di Romagna quanto da lui accumulato in oltre 50 anni di attività spesa per l’arte sacra e non solo. Fanno parte del nuovo museo, che verrà inaugurato sabato prossimo 23 giugno alle 10 a partire dall’oratorio del Carmine alla presenza del vescovo Douglas e di tutti i sindaci della Valle del Savio, oltre a numerosi quadri del ’500, del ’600 e del ’700, anche paramenti sacri, sculture, candelieri, mobili d’arte povera e reliquiari.

Tra i tanti ci sono alcuni autori di nota fama e diversi pezzi molto pregiati. Tutta la collezione, suddivisa in tre spazi espositivi, oratorio del Carmine, basilica e canonica, è videosorvegliata e sotto la protezione di sofisticati allarmi. I grandi lavori di ristrutturazione, realizzati anche grazie a 300 mila euro provenienti dai fondi dell’8xmille della Cei per i beni ecclesiastici tutelati su una spesa complessiva di 670 mila euro, hanno permesso di realizzare nuovi impianti e nuovi spazi a disposizione della comunità.

Oltre alle aule per il catechismo, ci sono ampi luoghi per incontri, una sala per videoconferenze e una funzionale e accogliente cucina. Nell’oratorio del Carmine è stato allestito un presepe napoletano permanente, un’altra chicca che va adaggiungersi a una collezione di notevole pregio che fatica a trovare eguali in Romagna, come precisa il sacerdote. Non mancano neppure quadri moderni, un regalo della famiglia Gaddi di Firenze. In sintesi, un recupero che consente di dare vita a un’attività culturale che rimarrà patrimonio della comunità locale.