Dall'Italia
Una Manovra difensiva, un Recovery d’attacco
Un Consiglio dei Ministri fra pochi giorni per dare una prima forma al Recovery plan, la proposta di utilizzo dei 209 miliardi assegnati dalla Ue all’Italia. Non sono pochi soldi anche se verranno spalmati in più anni e soprattutto dal 2023 al 2026. Non verranno utilizzati dal solo Governo Conte. Sanità, infrastrutture, digitalizzazione, scuola, semplificazione e tanto altro che serve per dare slancio all’economia e all’occupazione.
Il Governo è stato accusato di lentezze e anche di genericità per avere accettato in prima battuta ben 600 possibili interventi già ora ristretti a 50-52 progetti. Il premier, Giuseppe Conte, ha chiarito che “sono ancora troppi e bisognerà concentrarsi su quelli che possono trasformare veramente il Paese”.
L’idea di fondo è che i 209 miliardi debbano essere dedicati allo sviluppo e non a ripagare il costo dell’epidemia. Solo un’economia forte potrà permettere negli anni, probabilmente nei decenni, di restituire il debito contratto – seppure a tassi bassissimi – con la Ue e con le istituzioni sovranazionali. Si sta disegnando il decennio. Intorno ai progetti da sottoporre alla Ue si è scatenata una polemica politica per definire se dovranno essere guidati da una task force tecnica, una cabina di regia più libera da condizionamenti elettorali. Conte parla ora di sintesi politica da trovare nel primo Consiglio dei Ministri, poi è previsto il confronto con le parti sociali e con il Parlamento, per presentare le proposte definitive in febbraio. Uno sprint che segue l’approvazione della Legge di Bilancio 2021 che ha superato il traguardo in Senato nell’ultimo giorno utile.
La Manovra ha potuto sforare i diversi parametri europei saltati con l’esplosione della pandemia. La distribuzione è stata sostanzialmente a pioggia, molti bonus, con un occhio alle emergenze e un altro alla ripresa.
Non sarà facile raccordare la medicina di ripristino dai danni Covid con il carburante degli stimoli per l’intero decennio, cogliendo a pieno il maxi investimento europeo della Next Generation Ue.
Che proposta economica uscirà dalle idee italiane vagliate poi dalla Ue? Proviamo a percorrere qualche traccia sebbene declinabile poi in modo diverso: i grandi capitoli sono – ha detto il Governo – innovazione, digitalizzazione, sostenibilità ambientale, infrastrutture, coesione sociale e territoriale. Nel lavoro preparatorio sono state indicate cifre (4,5 miliardi, ad esempio, per l’occupazione femminile e una miglior conciliazione vita-lavoro) che verranno probabilmente modificate nel confronto delle prossime settimane. Dentro ci può stare tutto, ma almeno a febbraio le scelte dovranno essere fatte: indicate nero su bianco con i relativi tempi di realizzazione.