Cesena
Vibo Valentia è la Capitale italiana del libro
Proclamata poco fa la Capitale italiana del libro. Si tratta di Vibo Valentia. Delusione a Cesena. L’annuncio è stato dato in diretta streaming poco fa dal ministro della Cultura Dario Franceschini.
Sei le città finaliste: Ariano Irpino, Caltanisetta, Campobasso, Cesena, Pontremoli, Vibo Valentia.
La Capitale italiana del libro è stata istituita dal ministro della Cultura nel 2020 per la promozione e il sostegno della lettura. La città vincitrice riceverà dal ministero della Cultura, tramite il Centro per il Libro e la lettura, un contributo di 500mila euro per la realizzazione del progetto. La cerimonia è stata trasmessa online sul canale Youtube del ministero della Cultura con i sei sindaci delle città finaliste collegati.
La giuria che ha vagliato le candidate era presieduta dal libraio Romano Montroni, scegliendo Vibo Valentia “all’unanimità”, per l'”offerta ricca e sostenibile”. “Senza libri non può esserci ripresa sociale ed economica”, ha detto Montroni.
A fine cerimonia, nella Biblioteca Malatestiana, da cui era collegato in diretta, il sindaco di Cesena Enzo Lattuca ha ringraziato “tutte le persone che si sono impegnate per la candidatura”, fra queste “l’Amministrazione comunale, le istituzioni culturale e le attività economiche del territorio”.
Lattuca si è detto “deluso”, puntualizzando però che “città più affermate come Napoli, Firenze e Torino non sono arrivate in finale”. Fra le righe, la sensazione di aver voluto aiutare, da parte della giuria, anche con il contributo economico di 500mila euro, una città più piccola e meno ricca del Sud Italia.
A Cesena erano già pronti un video promozionale e un logo. Il sindaco ha ribadito che “l’impegno non è bastato”, ma “da domani lavoreremo per realizzare alcune idee contenute nel progetto”.
L’assessore alla Cultura Carlo Verona, presente accanto a Lattuca, ha voluto ringraziare “lo staff del sindaco e le minoranze in Consiglio comunale per la collaborazione”. Per Verona, nonostante la meta non raggiunta “la nostra rete culturale che ruota attorno alla Malatestiana è invidiabile”.