Cesena
Videogiochi in cento scuole per apprendere meglio: la sfida della startup cesenate “NonStudio”
Un piccolo contributo per una scuola migliore e una didattica sempre più all’avanguardia. Con queste intenzioni la startup “NonStudio”, nata in seno all’incubatore CesenaLab, si propone di produrre un centinaio di “serious games” da distribuire in cento scuole medie e superiori italiane, innovandone la didattica.
Il gruppo è composto dal 21enne Samuele Bertani (longianese d’origine e cesenaticense d’adozione, amministratore della società) e dai santarcangiolesi Lorenzo Bartolini (21 anni, responsabile tecnico) e Jacopo Foschi (23 anni, responsabile dei suoni). I primi due studiano Scienza e ingegneria informatica al Campus di Cesena, il terzo è studente di musica elettronica al Conservatorio Bruno Maderna.
Pur giovani, hanno già al loro attivo diverse produzioni pubblicate su piattaforme internazionali per l’apprendimento, tra cui “Rex Eggspression – Imparare le espressioni lineari aiutando il dinosauro Rex a gestire il suo negozio di uova”, “West Multiplications – Parti per il selvaggio west! Aiuta il maresciallo a catturare un pericoloso bandito, imparando a moltiplicare numeri in colonna”, “Mendel’s Laboratory – Aiuta un fioraio a consegnare diversi tipi di fiori ottenuti da svariate combinazioni genetiche. Riuscirai ad imparare le leggi della genetica di Mendel!”. Titoli che fanno comprendere in modo immediato come il gioco si possa legare all’apprendimento.
Ora il gruppo di NonStudio, che su altri progetti attivi conta fino a una decina di persone, cerca partner per innovare ad ampio raggio e raggiungere un centinaio di scuole: “In questi mesi, per via dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19, le nostre vite, il lavoro e la scuola hanno subito una profonda trasformazione – sottolinea Samuele Bertani – e diversi aspetti di novità a cui abbiamo dovuto abituarci, permarranno per molto tempo. La scuola è entrata nelle nostre case, con un grande sforzo da parte di insegnanti e genitori, e in poco tempo si è trasformata la didattica attraverso le lezioni a distanza, ma c’è ancora molto da fare. Non basta una video conferenza per sostituire l’esperienza formativa che avviene a scuola grazie all’interazione, alle attività di approfondimento e al feedback”.
Da qui l’iniziativa “adotta un serious game” che si pone l’obiettivo di intercettare partner, a partire dalle aziende del territorio, che possano supportare lo sviluppo e la distribuzione di uno o più giochi didattici: “Con un piccolo sforzo potranno supportare un grande progetto di trasformazione della scuola” conclude Bertani.