Zona stazione, 12 azioni per rinnovare un tessuto sociale sfilacciato

Sull’area stazione di Cesena, molto spesso al centro delle cronache cittadine, ci sono tanti progetti in campo. Ne abbiamo parlato molte volte: nuova velostazione all’ex scalo merci (1,5 milioni di euro), spostamento dell’autostazione con la realizzazione di una piazza (10 milioni di euro dal Pnrr), nuova vita per l’ex Fricò (centro di collocamento e Cesena Lab, 2,3 milioni di euro), nuovo Corso Roma e tanto altro. Senza contare le riqualificazioni già effettuate.

C’è solo un problema: tutti questi sono interventi su edifici o infrastrutture. Per dare respiro ad una parte di città servono le persone che in quel posto vivono, studiano, transitano o lavorano. E poi bisogna legare il tutto: il rinnovamento con il coinvolgimento.

A questa esigenza ha cercato di rispondere il progetto Kairós, una rete di pianificazione d’azioni del programma europeo Urbact tra diverse città. Cesena è tra loro (assieme a località spagnole, croate, lettoni, bulgare, greche e polacche) ma, a differenza delle altre città europee, ha deciso di concentrare la propria progettualità su quella che è stata definita “La porta della città”.

«In questo caso ci si è concentrati non su di un centro storico ma su di un centro industriale del passato: l’ex Arrigoni» ha spiegato questa mattina in conferenza stampa la ricercatrice Anna Uttaro, coordinatrice locale del progetto.

Consapevoli dei tanti progetti già messi in campo dal Comune, i partecipanti a Kairós li hanno inseriti come “trame” pensando alle loro azioni come un “ordito”. Termini di sartoria, pensati per tenere insieme un tessuto sociale oggi un po’ sfilacciato. L’idea è quella di far stazionare in loco più persone possibili, per rendere viva l’intera area.

Ma il progetto chi ha coinvolto? Queste azioni da chi sono state elaborate? «In due anni di confronto – ha spiegato l’assessora ai Progetti europei Francesca Lucchi – hanno lavorato insieme gli uffici comunali, la polizia locale, le scuole superiori che hanno sede in zona stazione, il Pellicano, la Cils, l’Asp, la Fondazione per l’affitto, i commercianti della zona e l’università di Bologna. Da qui sono emerse 12 azioni, da concludere entro settembre 2023, per rendere l’area più viva e sicura per tutti».

Le azioni non hanno finanziamenti diretti, ma ognuno degli attori in campo si adopererà con i propri mezzi e il proprio lavoro. Si va dal laboratorio di mobilità sostenibile del dipartimento d’Architettura dell’Unibo fino alla videostoria della fabbrica Arrigoni (realizzata da Alchemico tre), passando per il trekking urbano, il rinnovo delle vetrine dei negozi gestiti da stranieri (con il supporto di Cils e mediatori), un “centro civico diffuso” a cura delle scuole dell’area. E, ancora, l’apertura di Cesena Lab alla città, un “innovathon” (maratona d’innovazione) al centro Ciacarè, un progetto sulla “stazione per tutti” a cura della Polizia locale e della rete di mediazione comunitaria.

Gli incontri e le attività tra i partecipanti al progetto non termineranno a breve: «Dovremo incontrarci due o tre volte l’anno per valutare le trasformazioni future, agendo di conseguenza – ha aggiunto Uttaro –. E per un ulteriore motivo, come ci ha detto suor Chiara di “Binario 5”: per sentirci meno soli».