Emergenza sanitaria
Calo dei nuovi casi in termini assoluti, in leggero calo i ricoveri in terapia intensiva
Covid, i dati relativi alla settimana dal 30 agosto al 5 settembre
Al fine di fornire un aggiornamento rispetto all'evoluzione del quadro epidemiologico dell'infezione da Covid 19 nel territorio romagnolo, su un arco temporale più significativo rispetto alla situazione di una singola giornata, l'Asl della Romagna riporta alcuni dati relativi alla settimana dal 30 agosto al 5 settembre, precisando che si tratta dei casi di residenti diagnosticati sul territorio romagnolo. Nella settimana di riferimento, si sono registrate 999 positività (4,2 per cento) su un totale di 23.610 tamponi.
Si registra un calo dei nuovi casi in termini assoluti (-201). Rispetto alle previsioni del Piano aziendale si registra un tasso di occupazione di posti letto da parte di pazienti affetti da Covid, che ci pone nel livello verde 2, ossia un livello di occupazione dei posti letto in malattie infettive maggiore del 70 per cento. In totale sono ricoverati 80 pazienti, di questi 10 sono in terapia intensiva, il cui trend è costante e in leggero calo.
“I dati della settimana presa a riferimento - commenta Mattia Altini, direttore sanitario di Ausl Romagna - confermano una sostanziale stabilità dei contagi in Romagna, con le fasce di età compresa tra i 14 e i 24 che risultano essere ancora quelle più colpite. Anche sul versante dell’occupazione dei posti letti la situazione negli ospedali romagnoli si mantiene al momento stabile. Ciò che mi preme ancora una volta sottolineare è l’efficacia delle vaccinazioni che, nonostante la presenza della variante Delta tuttora predominante sul nostro territorio, si conferma molto elevata in Emilia Romagna e quindi anche in Romagna nel proteggere dall’infezione in tutti i casi e in tutte le fasce d’età, compresa quella 12-39.
I dati regionali parlano molto chiaro: i non vaccinati hanno in media un rischio 5 volte maggiore di infettarsi rispetto ai non vaccinati e circa 10 volte maggiore di essere ricoverati in ospedale. È quindi evidente la necessità di arrivare a vaccinare il prima possibile tutti coloro che stanno ancora esitando, operatori sanitari compresi. Su entrambi i fronti ci sono ancora margini di miglioramento.
In particolare, per quanto riguarda il personale sanitario che si rifiuta di sottoporsi alla somministrazione stiamo procedendo all’applicazione della normativa sull’obbligo di vaccinazione contro il covid19, riuscendo a mantenere inalterata la funzionalità del sistema. Tra dirigenza e comparto sono 67 i dipendenti Ausl attualmente sospesi. Continueremo la campagna di convincimento. Vaccinarsi è un dovere etico e morale, a maggior ragione per chi ha scelto una professione sanitaria”.
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