Cento candeline per Dino Canducci, detto “Buciòn”

Festa al bar Central di Sant'Egidio per il centesimo compleanno di Dino Canducci. Il cesenate, per gli amici “Buciòn”, si reca ancora tutte le mattine al bar in sella alla sua bici.

La festa è stata poi riproposta in casa Canducci, dalle persone a lui più care, a cui ha preso parte anche l’assessora ai Servizi per la persona e la famiglia Carmelina Labruzzo. “Al signor Dino - commenta in una nota l’assessora - rivolgiamo i nostri più sinceri auguri di buon compleanno. Ha aperto le porte della sua abitazione accogliendo tutti le persone che hanno voluto festeggiarlo e che nel quotidiano rappresentano la sua vera famiglia. Proprio a loro si racconta condividendo episodi della sua infanzia, della vita lavorativa rafforzata dall’unione con la sua signora, e dell’arte, che lo accompagna da anni. La creatività e l’entusiasmo del signor Dino sono davvero esemplari e rappresentano per tutti noi una bellissima lezione di vita”.

Frequentatore degli atelier e dei laboratori dei più grandi esponenti della pittura locale, come Alberto Sughi e Giovanni Cappelli, a partire dal suo pensionamento, dopo aver gestito per decenni una cartolibreria-edicola a Sant’Egidio, Dino Canducci ha fatto dell’arte il suo secondo impiego. Ancora realizza dipinti, raffiguranti scene di caccia e di pesca, attività che hanno caratterizzato il suo tempo libero, fischietti in terracotta, vasi e manufatti colorati. 

Nato il 14 giugno 1923, all’età di 10 anni ha iniziato a lavorare nell’officina del padre come saldatore. Forte di un’esperienza lavorativa molto richiesta nel corso degli anni della seconda guerra mondiale, a quindici anni si candidò da civile come manutentore presso una base militare allestita a Caserta. Qui, tra le altre cose, diede dimostrazione a tutti di essere un eroe: durante il suo turno di guardia allertò decine di compagni e militari salvandoli da un attacco aereo.