emergenza sanitaria e saggezza popolare
Coronavirus. #iorestoacasa nella poesia in dialetto di Giuliano Biguzzi
La lirica è stata composta in questi giorni di emergenza sanitaria. La saggezza che traspare è notevole e la poniamo all'attenzione dei nostri lettori
Pubblichiamo qui sotto la poesia che il lettore Giuliano Biguzzi ha inviato in redazione.
La lirica è stata composta in questi giorni di emergenza sanitaria. La saggezza che traspare è notevole e la poniamo all'attenzione dei nostri lettori.
La poesia è pubblicata a pagina dell'edizione cartacea del giornale in edicola da oggi.
MÈ A STAGH A CA
Primavira maledèta
t a m é pórt ‘na bèl disdeta
in ste brót domela e vent
la paura la fa i zent
pr’ evitè la pandemìa
mè a stagh, cius in ca mia.
Cius in ca senza scapè
a n fagh ètar che magnè
o gamb lèrghi int e diven
par un pó u s i sta ben
ma e trop l’ arschèlda e cul
pézẓ canè magnè fasul.
Impalè a guardè ad fora
u n gn’ è inciun ch’ camena o córa
par la strèda u n s ved un chen
mutur, chèmiun, baruzen,
sóra i cóp u s sent ad brót
e ciacaréd di pasarót
grèzia a e mond ch’ u s è farmè
l’è un piasei stè ad ascultè.
Par ẓziré in biciclèta
bsogna t epa la bulèta
duc l’è scrét du t e d andè
e e parchè s a j vét a fè.
A finés cun la murèla
“La natura la s ribèla”.
A j ò pront la rumanzina:
no zirénd brusénd benzina
a ciapem cvel ch’ s aspitèva
du pizun cun una fèva
-bluchè e virus finalment-
-la cvis-cion dl’ incvinament-.
S u n s decid ad dèj un taj
e nost cór, e pórta guai
parchè e m vést che e basta un bdoc
par pighìs e méts in znoc.
Ò decisṣ ch’ a m stagh a ca,
ch’ j à d avé j aspitarà
e se e virus u m atróva
e vó dì che u n gn’ azóva.
Giuliano Biguzzi
14 marzo 2020
Di seguito la traduzione in italiano dei versi di Biguzzi che non trovano la stessa forza della lirica composta in dialetto.
Primavera maledetta / mi hai portato una bella disdetta / in questo brutto duemilaventi / la paura fa i cento / per evitare la pandemia / io resto, chiuso in casa mia. / Chiuso in casa senza uscire / non faccio altro che mangiare / oppure a gambe larghe nel divano / per un po’ ci si sto bene / ma il troppo fa riscaldare il sedere / peggio che mangiar fagioli. // Impalato guardo fuori / non vedo nessuno a passeggio o a correre / per la strada non c’è un cane / né motori, autocarri, o carretti, / sul tetto si sente il forte / cinguettio dei passeri / grazie al mondo che si è fermato / è un piacere starli ad ascoltare. / Per girare in bicicletta / bisogna avere l’autocertificazione / dove è scritto l’itinerario / il motivo per cui ti sposti. // Finisco con la morale / “La natura si ribella”. / Ecco la romanzina: / non girando non si brucia benzina / così prendiamo al volo / due piccioni con una fava / -fermiamo il virus- / -e non inquiniamo-. / Se non si decide drasticamente / il nostro correre, ci porta solo guai / perché abbiamo visto che basta un invisibile pidocchio / a piegarci e metterci in ginocchio. // Ho deciso che resto a casa, / chi deve avere qualcosa aspetterà / e se beccherò il virus / vuol dire che non è giovato a niente.
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