I dubbi del Comitato Ponteabbadesseattiva

"Più ci si addentra nella conoscenza di questa immane opera (di messa in sicurezza idraulica del torrente Cesuola, ndr) che sconvolgerà un intero quartiere, nonché il suo ecosistema, più ci si trova di fronte a mille interrogativi. Certo si tratta di un’iniziativa importante finalizzata alla messa in sicurezza del torrente Cesuola e a garantire anche a fronte di una piena duecentenaria l’intera città dai pericoli di inondazione. Nessuno può dirsi contrario."

È quanto si legge in una nota stampa giunta in redazione a firma del Comitato Ponteabbadesseattiva. 

"È la gestione dell’intera operazione da parte delle nostre istituzioni che lascia dubbiosi - prosegue il documento -.  A partire dal mancato coinvolgimento della popolazione, prevista dalle norme al cui assolvimento la Regione ha ritenuto di provvedere con la semplice pubblicazione dei documenti relativi al progetto sul proprio portale, fissandone i termini delle osservazioni nel mese di agosto dello scorso anno, con il risultato che nessuno dei più diretti interessati ne ha saputo niente. A parte i pochi che parteciparono ad una pubblica assemblea (1° settembre) indetta dal Comune... (e dove si parlò anche, ndr) del futuro parco da impiantarsi sull’enorme voragine delle casse di espansione previste dal lotto 5.  Dell’intera questione la popolazione ne è venuta a conoscenza pertanto in modo casuale, ed i successivi approfondimenti sono avvenuti ad opera di cittadini volenterosi che si sono presi l’incarico di andare a fondo su questo progetto che per mole di terra movimentata pare non avere eguali nel territorio cesenate con riferimento agli ultimi 30 anni. E che nonostante ciò non ha visto fino ad ora molti passaggi istituzionali, ad eccezione di una recente seduta della 2° Commissione consiliare richiesta da alcune liste di minoranza".

"Durante tale seduta - si legge ancora nella nota - come rappresentanti del Comitato civico costituitosi nel frattempo, abbiamo appreso che in origine i progetti per la messa in sicurezza idraulica sarebbero stati due, entrambi valutati come fattibili. L’uno, quello poi scartato, avrebbe previsto tramite un canale scolmatore il convogliamento delle acque del Cesuola (in situazioni di piena) a monte della città, pare in modo meno impattante e soprattutto definitivo, ma la scelta sarebbe caduta sul secondo progetto che prevede la realizzazione di circa 7 ettari di casse di espansione (lotto 5). Ciò, ricordiamo, comporterebbe due anni di scavi, stoccaggio terra in area di rilevanza paesaggistica, transito di circa 11.000 camion per le strette strade della borgata, con relativo superamento dei limiti acustici e senza considerare i rischi per la sicurezza stradale. Un’opera non definitiva per la natura del terreno, facile ad interrarsi ed a smottare, e quindi che necessiterebbe poi di successivi lavori di manutenzione".

"Quantunque il primo progetto fosse risultato più oneroso - concludono i firmatari del documento - perché sceglierlo a discapito di quello meno impattante per la popolazione residente?  Perché nell’assemblea pubblica dello scorso 1° settembre e nei successivi incontri con il Comitato di questa possibile soluzione alternativa non si è accennato?

A tal proposito chiediamo di poter visionare tutte le ipotesi progettuali formulate e che venga aperta una vera fase partecipativa con la popolazione, nella quale approfondire in piena trasparenza l’impatto delle opere previste e individuare le migliori soluzioni tecniche per raggiungere gli obiettivi riducendo al minimo possibile i disagi per i cittadini".