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L'ambasciatore Alberti: "Il Kazakistan ha bisogno dell’innovazione italiana"

Brillante conferenza dell’ambasciatore cesenate Marco Alberti al Rotary Club di Cesena, che lo ha insignito del "Paul Harris Fellow"

Alberti e Montalti

Come è cambiato il ruolo della diplomazia in un mondo globale che cambia sotto la spinta di un’accelerazione vertiginosa. È stato il punto su cui ha insistito Marco Alberti, attuale ambasciatore italiano in Kazakistan e Kirghistan, ospite che ha reso brillante un’attesa conviviale organizzata dal Rotary Club Cesena.

Dopo le parole di benvenuto del presidente del Club Paolo Montalti, Alberti, nato in Congo durante uno dei lunghi soggiorni all’estero della sua famiglia d’origine (il padre Arturo è stato il fondatore della ong Avsi), con piglio emotivamente partecipato, ha raccontato del suo impegno per la promozione dell’Italia all’estero, in favore delle imprese, dei cittadini, dei singoli. “L’Italia è nota anche in Kazakistan per la bellezza e la capacità di fare, nel senso proprio della manifattura oltreché della tecnologia e dell’innovazione. La bellezza si autopromuove, la qualità invece va sostenuta e fatta conoscere”.

Oggi che la tecnologia fa viaggiare i ministri con estrema facilità, sia fisicamente che attraverso gli strumenti del web, la rappresentanza diplomatica è qualcosa di più di una semplice presenza. “Il diplomatico - ha detto Alberti - che ha perso un po’ del suo fascino avventuroso per una concretezza che ben più di attaglia al mio carattere che non tollera noia e inattività, è, infatti, l’avamposto del Paese in terra straniera. Non a caso noi rispondiamo al presidente della Repubblica, non al capo del Governo”.

L’Italia, ha ricordato Alberti, è il secondo mercato a livello mondiale delle esportazioni kazake, in una relazione tra i due Paesi che gira la boa dei 30 anni. “Per evidenziare questa ricorrenza - ha annunciato Marco Alberti che vive a Nur-Sultan, gelida capitale dell’immensa ex repubblica sovietica - a settembre inaugureremo l’Istituto italiano di Cultura, che sarà un ulteriore veicolo economico e canale di dialogo tra Italia e Kazakistan”.

La guerra in Ucraina peraltro ha inciso anche sugli scambi economici tra i due Paesi. “Le merci dall’Italia e viceversa - ha evidenziato l’ambasciatore - hanno accusato aumenti del 300 per cento poiché devono bypassare le aree coinvolte nel conflitto e le tratte per mare accrescono i costi”. Il Kazakista peraltro condivide con la Federazione Russa quasi 7mila chilometri di confine “ma - ha precisato sorridendo Marco Alberti - a mia madre che si dice preoccupata per me ricordo sempre che tra Kiev e l’Italia ci sono mille chilometri in meno rispetto dal luogo dove vivo”. In merito alle difficoltà di condurre il suo lavoro in questo momento, Alberti ha ricordato il detto di un suo maestro: “Difficile è gettare la palla nel canestro, complesso è gettarci un piccione”.

A fine serata il presidente Montalti ha conferito a Marco Alberti il riconoscimento Paul Harris Fellow. Stessa onorificenza è andata al socio Mauro Ravaglia per la sua decennale adesione al Club.

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