Cesena
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Sindacati e politica 

"Senza redistribuzione non c'è sviluppo"

L'intervento di Borghetti auspica una visione del futuro che comprenda le parole lavoro, lavoratori e pensionati

"Senza redistribuzione non c'è sviluppo"

Con una nota giunta in redazione a firma di Marcello Borghetti, segretario della Uil di Cesena, il sindacato interviene in tema di reddito e sviluppo. 

"Cesena - si legge nel documento - si appresta alla propria campagna elettorale, con la certezza di un sindaco che finisce il proprio mandato e le incertezze di una politica in profondo mutamento dopo il voto del 4 marzo.

Si intravvedono primi cenni di un dibattito programmatico. La Uil di Cesena, ha l’impressione che le parole lavoro, lavoratori e pensionati, siano molto trascurate.

Si discute del disagio sociale per parlare di welfare, con un approccio più legato agli interessi che questo muove, piuttosto che alle esigenze dei cittadini. È assente una visione di sviluppo del territorio che metta a fuoco il tema della carente redistribuzione.

Ricordiamo che nel cesenate il reddito medio pro-capite è di circa 5.000 euro inferiore a quello di Bologna, inoltre oltre 22.000 lavoratori percepiscano il bonus di 80 euro, a confermare che i bassi redditi, non sono solo una percezione.

Sono dati che segnalano una evidente sofferenza nei redditi del territorio, che danno luogo ad una diffusa fragilità. Questa condizione non rappresenta solo un gravissimo problema sociale, ma anche un grave ostacolo allo sviluppo.  Redditi bassi, significa una alta esigenza di welfare, con bisogni che molto spesso sono garantiti ai giovani, attraverso l’aiuto di genitori e nonni, che pure sono in condizioni di difficoltà.

Pensiamo poi al tema della non autosufficienza e dell’infanzia, ovvero delle famiglie, e alla grave carenza di risposte. Redditi bassi significa, scarso sviluppo economico, bassi consumi, ma anche una scarsa valorizzazione dei giovani, con una sottovalutazione sull’importanza delle competenze, tanto più in un epoca di cambiamenti tecnologici. Si può sfuggire al tema, mettendo a fuoco la stagionalità del nostro sistema produttivo, la necessità di molto lavoro con bassa qualifica, la parcellizzazione del nostro sistema produttivo.

La Uil di Cesena insiste con il ribadire che la stagionalità non spiega tutto, piuttosto occorrerebbe discutere di evasione, di lavoro nero e grigio, di precariato, di retribuzioni basse, di applicazione di contratti di comodo e di una diffusa avversione verso la contrattazione di secondo livello, che si tende a sostituire con un welfare aziendale di comodo, che così diventa un modo per eludere il tema di incrementare il reddito dei lavoratori.

Si ha una distorta visione della contrattazione, come solo tema di politiche sindacali, ignorando che si tratta di politiche industriali, che possono spingere la produttività, facendo leva su un incremento e valorizzazione delle competenze, sulla formazione diffusa, su un rapporto con scuola e università più efficace, quindi su una qualificazione del nostro sistema produttivo. Ma anche su una attenzione agli orari di lavoro, per una migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, ed una attenzione ai temi della sicurezza, in un territorio, dove nessuno parla del preoccupante ripetersi di gravi infortuni.

Vorremmo che la prossima campagna elettorale, discutesse di una visione della società del futuro, partendo dai problemi del presente, con la volontà politica di costruire una stagione di sviluppo, che valorizzi chi crea lavoro di qualità, ma anche le decine di migliaia di lavoratori, senza i quali la sfida dello sviluppo sarà persa, con l’obiettivo di costruire quella società del benessere diffuso, che ad oggi è semplicemente una teoria non applicata".

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