Cesena
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Recensione

Spettacolo di prosa sul passaggio fra giovinezza ed età adulta al “Bonci”

In scena, fino a domenica 29 gennaio, il dramma “Ferito a morte”, dal romanzo omonimo di Raffaele La Capria

foto di scena di Lia Pasqualino

Fino a domenica 29 gennaio, al Teatro “Bonci” di Cesena va in scena il dramma “Ferito a morte”, per la regia di Roberto Andò. L'opera, adattata da Emanuele Trevi, nasce dal romanzo omonimo di Raffaele La Capria, deceduto il 26 giugno 2022, pochi mesi prima di compiere il secolo di vita (era nato il 3 ottobre 1922). Lo scrittore pubblicò il romanzo nel 1961, vincendo quello stesso anno il Premio Strega. “Ferito a morte” in 60 anni è diventato un “long seller” dell'editoria italiana, confermando con le vendite l'importanza del testo, che si svolge fra gli anni Cinquanta e l'inizio degli anni Sessanta, raccontando il momento, fondamentale nella vita di ogni essere umano, del passaggio fra la giovinezza e l'età adulta, con quanti sogni e speranze si dissolvono in quel frangente. Fellini nel 1953 aveva raccontato nei “Vitelloni” l'abbandono della patria per un avvenire lontano, nella remota capitale. In modo simile La Capria racconta, otto anni dopo, di un ragazzo che sta per partire per Roma, lasciando a Napoli gli amici del cuore, e ritrovandoli, dopo sei anni, profondamente cambiati. Il romanzo si sarebbe dovuto intitolare “Lo spazio di un mattino”, sia perché la vicenda ambientata nel 1953 si svolge letteralmente nel tempo di un mattino, sia perché il titolo era allusivo alla breve durata della giovinezza, che appena appena si presenta e subito sfiorisce, lasciando spesso dietro di sé solo ricordi amari, speranze infrante, delusioni.

L'allestimento è estremamente suggestivo, con una serie di quadri che si incastrano gli uni negli altri: mentre osserviamo al piano terreno le vicende narrate, al piano superiore della villa in cui si intrecciano le vite dei personaggi osserviamo, sì, i personaggi che dialogano fra loro, ma con un gioco di specchi vediamo anche un mare inesistente bagnare lo spazio scenico. Le musiche, le luci, le immagini rendono ancora più immersiva (per usare un'espressione oggi di moda) l'esperienza teatrale. Il numeroso cast (ben 16 persone) brilla per impegno ed espressività, e la vicenda del romanzo di La Capria si svolge davanti ai nostri occhi in modo fluido e affascinante. Forse si potrebbe muovere un appunto sulla scelta di raccontare la vicenda tramite un atto unico di due ore: il dramma così è strettamente connesso, ma lo spettatore rischia anche di perdere un po' il respiro della vicenda. Forse una pausa avrebbe permesso di godere maggiormente dello spettacolo, che ha esordito a Napoli a ottobre e da novembre è in tournée, terminando (per ora) il suo cammino a Genova a febbraio.

A Cesena, al “Bonci”, nella serata iniziale di giovedì 26 gennaio, il pubblico era piuttosto esiguo; non ha mancato però di tributare al cast un applauso assai sentito.

Lo spettacolo di domenica 29 gennaio (alle 16) sarà audiodescritto grazie al Centro Diego Fabbri di Forlì, per permettere agli spettatori con disabilità visiva di apprezzare comunque l'opera.

Per informazioni: www.cesena.emiliaromagnateatro.com.

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