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Ricerche marine

Buone notizie per il mare Adriatico: per gli scienziati l’eutrofizzazione è in declino

Sono in calo i nutrienti riversati in mare, anche se ci sono ancora variabili da analizzare, dalla modificazione degli alvei fluviali all’impermeabilizzazione dei suoli. Certezze e interrogativi sono emersi al secondo workshop del Progetto Flag Costa, svoltosi a Cesenatico.

Buone notizie per il mare Adriatico: per gli scienziati l’eutrofizzazione è in declino

Un progressivo decremento delle concentrazioni a mare del fosforo, come fattore limitante la crescita algale e riduzione della clorofilla, il principale indicatore della biomassa fitoplanctonica. In altre parole, la netta diminuzione degli apporti di fosforo dal bacino padano, ha comportato un significativo declino dei fenomeni di eutrofizzazione, e degli impatti da questi derivati, come le anossie dei fondali, in Adriatico.

È questa una delle conclusioni più significative emerse dal secondo Workshop del progetto Flag Costa “Alto Adriatico: tendenze evolutive dello stato trofico e biologico con particolare riferimento all’abbondanza degli stock ittici.”, che si è tenuto a Cesenatico nei giorni scorsi al CRM, Centro Ricerche Marine.

“Questo progetto – spiega Attilio Rinaldi, Presidente del CRM e coordinatore dei lavori - ha attivato un intenso dialogo tra ricerca scientifica e produzione ittica, in relazione soprattutto alle tematiche riguardanti lo stato trofico attuale, la sua evoluzione e i suoi impatti sulle risorse biologiche di interesse commerciale”.

Qualche certezza, ma anche diversi punti non ancora chiari: “Ad esempio – ha spiegato Daniele Nizzoli dell’Università di Parma - la presenza di variabili quali la modificazione degli alvei fluviali, la discontinuità e l’intermittenza idrologica delle portate padane, la progressiva impermeabilizzazione dei suoli e lo sviluppo urbano, fattori ovviamente implicati nella dinamica del trasporto a mare dei sali nutritivi”.

Particolarmente interessante la relazione del Prof. Adriano Sfriso dell’Università Cà Foscari di Venezia il quale ha spiegato come, da una situazione di estremo degrado dovuta ad acuti stati di eutrofizzazione da macroalghe e allo sviluppo incontrollato della pesca alle vongole (anni 1995-2005: distruzione dei fondali con intensi processi di erosione), si è passati al progressivo recupero ambientale e all’avvio di attività di rinaturalizzazione della laguna con il coinvolgimento della popolazione.

 

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