emergenza sanitaria
Coronavirus. In Italia bassa criticità, ma in alcune aree i casi aumentano
Attualmente 17.638 persone positive, 665 in meno rispetto a ieri. Il ministero della Salute sull'analisi dei dati a metà giugno: “L'epidemia non è conclusa, serve prudenza”
In Italia ci sono attualmente 17.638 positivi per Covid-19, 665 in meno rispetto a ieri. Il totale delle persone che hanno contratto il virus è di 239.961, con un incremento nelle ultime 24 ore di 255. La Regione Emilia-Romagna ha effettuato un ricalcolo dei totali positivi e ha proceduto all’eliminazione di 4 casi in quanto duplicati. Questo è quanto emerge dai dati del monitoraggio sanitario sulla diffusione del nuovo Coronavirus Covid-19 diffusi oggi e pubblicati sul sito web del ministero della Salute.
Tra gli attualmente positivi, 105 sono in cura presso le terapie intensive, con un incremento di 2 pazienti rispetto a ieri. 1.356 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 159 pazienti rispetto a ieri. 16.177 persone, pari al 91,7 per cento degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi. Rispetto a ieri, i deceduti sono 30 e portano il totale a 34.708, mentre il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 187.615, con un incremento di 890 persone rispetto a ieri. L’incremento nelle ultime 24 ore dei tamponi effettuati è pari a 52.768.
Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 11.640 in Lombardia, 1.585 in Piemonte, 1.044 in Emilia-Romagna, 816 nel Lazio, 487 in Veneto, 407 nelle Marche, 358 in Abruzzo, 314 in Toscana, 264 in Liguria, 153 in Puglia, 164 in Campania, 129 in Sicilia, 85 nella Provincia autonoma di Bolzano, 48 in Friuli Venezia Giulia, 52 nella Provincia autonoma di Trento, 29 in Molise, 30 in Calabria, 12 in Sardegna, 10 in Umbria, 7 in Basilicata e 4 in Valle d’Aosta.
Il ministero della Salute, nella giornata odierna, ha diffuso un’analisi dei dati relativi al periodo 15-21 giugno, successivo alla terza fase di riapertura avvenuta il 3 giugno 2020. “Per i tempi che intercorrono tra l’esposizione al patogeno e lo sviluppo di sintomi e tra questi e la diagnosi e successiva notifica, verosimilmente molti dei casi notificati in questa settimana hanno contratto l’infezione 2-3 settimane prima, ovvero tra la seconda e la terza fase di riapertura (tra il 25 maggio e il 7 giugno 2020)”.
Alcuni dei casi identificati tramite screening, tuttavia, potrebbero aver contratto l’infezione in periodi antecedenti. “Complessivamente il quadro generale della trasmissione e dell’impatto dell’infezione da Sars-CoV-2 in Italia rimane a bassa criticità con una incidenza cumulativa negli ultimi 14 giorni (8-21 giugno) di 5,98 per 100mila abitanti (in diminuzione). A livello nazionale, si osserva una lieve diminuzione nel numero di nuovi casi diagnosticati rispetto alla settimana di monitoraggio precedente”.
Dai dati si evince inoltre che “in alcune realtà regionali, continua a essere segnalato un numero di nuovi casi elevato. Questo deve invitare alla cautela in quanto denota che in alcune parti del Paese la circolazione di Sars-CoV-2 è ancora rilevante”.
In quasi tutta la Penisola “sono stati diagnosticati nuovi casi di infezione nella settimana di monitoraggio corrente, con casi in aumento rispetto alla precedente settimana di monitoraggio in alcune Regioni. Tale riscontro in gran parte è dovuto alla intensa attività di screening e indagine dei casi con identificazione e monitoraggio dei contatti stretti. Tuttavia, la presenza di focolai, anche di una certa rilevanza numerica, mostra come il virus continui a essere in grado, nelle attuali condizioni, di trasmettersi in modo efficace. Questo conferma che l’epidemia non è affatto conclusa in Italia”.
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